L’Italia versa ogni anno 655 milioni di euro alla Chiesa cattolica

La normativa vigente prevede che alla fine versi l’8 per mille anche chi non vuole. Ecco perché i finanziamenti dello Stato italiano alla Chiesa cattolica sono superiori a quanto decidono i contribuenti

L’Italia versa ogni anno 655 milioni di euro alla Chiesa cattolica

655 milioni di euro l’anno. Questa è la cifra che ogni anno l’Italia versa nelle casse del Vaticano. Lo prevede una legge approvata dal Parlamento nel 1985 dall’esecutivo guidato da Bettino Craxi che affida il finanziamento della Chiesa Cattolica alla libera scelta dei contribuenti attraverso l’8 per mille delle loro tasse.

Ma i contribuenti che compilano il modulo per assegnare l’8 per mille sono da sempre una minoranza. I dati del 2022, che si riferiscono alle dichiarazioni dei redditi del 2018, parlano di circa 17 milioni, cioè il 41,2 per cento del totale. E il 77,5 per cento di quel 41,2 per cento di contribuenti decide di finanziare la Chiesa.

Il gettito complessivo dell’8 per mille nello stesso anno, il 2018, ha raggiunto circa 1,4 miliardi: al Vaticano dovrebbe andare con l’8 per mille una somma di 456,5 mln, cioè il 77,5 per cento del 41,2 per cento. Che sarebbe, a conti fatti, meno di un terzo del totale. La Chiesa ha incassato invece 1,1 mld, pari a oltre i tre quarti dell’intero gettito.

Come è possibile? Anche la parte dell’8 per mille che nessuno ha destinato, ed è la fetta più grossa (oltre il 58 per cento), va comunque ripartita. E si ripartisce in proporzione delle “scelte espresse”. In pratica, anche il 77,5 per cento di chi non ha deciso di finanziare la Chiesa cattolica è costretto a farlo a sua insaputa. E il Vaticano ringrazia per i 655 milioni l’anno in più garantiti dalla normativa vigente.

Ci sono poi altre elargizioni, come i 2,7 milioni di contributi pubblici al quotidiano della Conferenza episcopale Avvenire, o i 3 milioni a Famiglia cristiana delle Edizioni Paoline. C’è anche la questione dell’imposta comunale sugli immobili della Chiesa, che si trascina da lungo tempo.

E quanti sanno che dal 1973 l’Inps paga anche le pensioni dei preti? All’Istituto nazionale di previdenza c’è un fondo, creato dal secondo esecutivo Andreotti, che perde decine di milioni l’anno. A fronte di entrate contributive per 31 milioni, gli assegni previdenziali ne costano ogni anno 74. Senza contare che nel 2015 è emerso che il 72 per cento dei circa 11.900 religiosi pensionati gode anche di una seconda pensione.

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