Il Vaticano tra debito e trasparenza: il nodo finanziario ereditato da Leone XIV

Francesco ha cercato di risanare le finanze della Santa Sede, ma tra ostacoli interni e scelte mancate ha lasciato un buco da 2 miliardi. Ora spetta a Leone XIV affrontare il rischio bancarotta.

Il Vaticano tra debito e trasparenza: il nodo finanziario

Papa Francesco ha lasciato a Leone XIV non solo il soglio pontificio, ma anche un’enorme sfida economica: un debito che, secondo le stime, sfiora i 2 miliardi di euro. Il tentativo di risanare le casse del Vaticano si è arenato tra le resistenze della Curia, limiti strutturali e alcune esitazioni del Pontefice stesso.

Il disastro finanziario pre-Bergoglio

Nel 2013, Benedetto XVI si dimise da un Vaticano in piena crisi finanziaria, con le carte di credito bloccate e sotto accusa da Moneyval per scarsa trasparenza antiriciclaggio. Fu in questo contesto che venne eletto Bergoglio, con la speranza che il gesuita argentino riformasse radicalmente anche il comparto economico.

Il tentativo di riforma (incompiuto)

Francesco ha introdotto maggiore trasparenza e ha affidato il compito del risanamento al cardinale australiano George Pell, poi travolto da accuse di pedofilia (da cui è stato assolto). La sua azione, pur incisiva, è stata rallentata da muri interni e da scandali come l’acquisto degli immobili a Londra.

Un buco da due miliardi e un sistema senza tasse

Oltre ai disavanzi pregressi, il vero buco nero oggi è il fondo pensioni del Vaticano, stimato in 2 miliardi di euro. Il problema strutturale è che lo Stato pontificio non incassa tasse e vive di musei e donazioni straniere, in gran parte statunitensi e tedesche.

I tentativi di austerità e le reazioni

Francesco ha tagliato gli stipendi dei cardinali e chiesto sobrietà, spingendo le congregazioni a cercare fondi spesso da benefattori interessati. Alla vigilia del ricovero che ha preceduto la sua morte, il Papa aveva ammesso la necessità di “decisioni difficili”, tra cui un maggior ricorso a donatori privati.

La rete dei donatori Usa

Il rischio bancarotta ha riacceso l’interesse delle fondazioni statunitensi, tra cui la Papal Foundation, che ha promesso di raddoppiare i fondi a 30 milioni di dollari, con l’obiettivo di raccogliere fino a 750 milioni.

Leone XIV: tra diplomazia, dottrina e bilanci

Il nuovo pontefice Robert Prevost, pragmatico e con esperienza gestionale negli agostiniani, conosce bene la Curia ma non ne è parte. Dovrà affrontare, oltre alle sfide dottrinali e internazionali, anche una crisi finanziaria strutturale che rischia di compromettere la sostenibilità della Chiesa.

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