Dal grano al pane: il prezzo cresce di oltre 17 volte

In un anno bruciati 100 mld. Un kg di grano pagato agli agricoltori il 32 per cento in meno in un anno. Il cereale viene sottopagato agli agricoltori a causa delle manovre di chi fa acquisti speculativi sui mercati esteri di grano. L’andamento delle quotazioni dei prodotti agricoli è sempre più condizionato dai movimenti di capitale che si spostano dai mercati finanziari a quelli delle materie prime, come il petrolio e i metalli preziosi fino al grano

Dal grano al pane: il prezzo cresce di oltre 17 volte

Dal grano al pane, il prezzo aumenta di oltre 17 volte tenuto conto che per fare un chilo di pane occorre circa un chilo di grano, dal quale si ottengono 800 grammi di farina da impastare con l’acqua per ottenere un chilo di prodotto finito, con una forbice che non è mai stata così ampia. Lo rileva un’analisi Coldiretti sull'inflazione media nei primi otto mesi dell’anno dell’Istat.

Un chilo di grano viene pagato oggi agli agricoltori circa 24 centesimi, il 32 per cento in meno rispetto allo scorso anno, mentre la stessa quantità di pane viene venduta ai consumatori a prezzi che variano dai 3 ai 5 euro a seconda delle città, con un rincaro che arriva fino al +20 per cento.

L’incidenza del costo del grano sul prezzo del pane diventa dunque sempre più marginale, tanto da essere scesa ampiamente sotto il 10 per cento in media, mentre le quotazioni del grano sono influenzate direttamente dalle quotazioni internazionali.

Il fatto è che, nonostante il calo dei raccolti del 10 per cento a causa dei cambiamenti climatici abbia limitato la disponibilità di prodotto in Italia, il grano “viene oggi sottopagato agli agricoltori a causa delle manovre di chi fa acquisti speculativi sui mercati esteri di grano da spacciare come pane Made in Italy”, si legge nella nota.

Coldiretti ha diffuso anche l’analisi dei dati della Chicago Board of trade, scoprendo che nell’ultimo anno “la speculazione sulla fame ha bruciato nel mondo quasi 100 miliardi di dollari solo per il grano con le quotazioni internazionali, senza alcun beneficio per i consumatori ma con milioni di contadini in ginocchio”.

L’andamento delle quotazioni dei prodotti agricoli - prosegue la nota - è sempre più condizionato dai movimenti di capitale che si spostano con facilità dai mercati finanziari a quelli delle materie prime, come il petrolio e i metalli preziosi fino al grano, che è quotato come una qualsiasi altra merce al Chicago Board of Trade, punto di riferimento del mercato delle materie prime agricole a livello internazionale.

Lo dimostra il fatto, rileva l’organizzazione agricola secondo una sua analisi su dati della Fao, che, mentre i prezzi scendono, la produzione mondiale di grano è stata fissata quest’anno a 785 milioni di tonnellate, 18 milioni di tonnellate in meno rispetto alla campagna precedente 2022-2023, con un calo complessivo del 2,3 per cento.

La riduzione dei prezzi, peraltro, non ha favorito gli approvvigionamenti nei Paesi più poveri dell’Africa e dell’Asia ed evitato carestie che possano spingere i flussi migratori. Nel 2022 la fame nel mondo, secondo Coldiretti, ha colpito 122 milioni persone in più rispetto al 2019, per un numero stimato tra 691 e 783 milioni.

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