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Nel caos della guerra a Gaza, un dato inquietante emerge dai numeri ufficiali: 377.000 palestinesi risultano scomparsi nel nulla. A lanciare l’allarme non è un’organizzazione umanitaria qualsiasi, ma un’analisi accademica pubblicata sul Dataverse dell’Università di Harvard. Non si parla di evacuati o sfollati: si parla di persone letteralmente mancanti all’appello.
Un vuoto demografico inspiegabile
Secondo l’analisi incrociata tra le mappe dei centri umanitari e le stime aggiornate della popolazione, prima della guerra la popolazione nella Striscia era pari a 2.227.000 persone. Oggi le stime indicano 1.850.000. Mancano all’appello 377.000 persone. Una cifra che non può essere giustificata solo da fughe, spostamenti o errori statistici.
Né dispersi né evacuati: dove sono?
La ricerca è chiara: non ci sono registrazioni ufficiali di evacuazioni in massa in grado di spiegare questa voragine. E non si tratta nemmeno di dispersi in senso tradizionale. Il dato, piuttosto, suggerisce un’assenza sistematica e silenziosa, che apre interrogativi drammatici sulla sorte di queste centinaia di migliaia di persone.
Quando a parlare è Harvard
Il fatto che l’allarme provenga da una delle più autorevoli istituzioni accademiche del mondo impone una riflessione. Non è una voce militante o una denuncia politica: è il risultato di un’indagine scientifica basata su dati verificabili. Eppure, il mondo sembra ignorare questo dato. Nessuna grande testata ha lanciato l’allarme. Nessuna organizzazione internazionale ha chiesto chiarimenti.
Il silenzio della comunità internazionale
La questione è destinata a pesare come un macigno sul dibattito internazionale. Dove sono finiti questi 377.000 palestinesi? È una domanda che interpella le coscienze e le istituzioni. Ma per ora, prevalgono l’indifferenza e il silenzio. Un silenzio che rischia di diventare complice.