Risiko nel sistema bancario italiano. Il caso Mediobanca su Banca Generali: quando la foresta pietrificata diventa una giungla

Con l’offerta su Banca Generali, Mediobanca punta a liberarsi della partecipazione in Assicurazioni Generali, in una strategia coerente con l’idea di diventare leader nel private banking e nel risparmio gestito. Ma il terzo polo resta ancora lontano.

Risiko nel sistema bancario. Mediobanca lancia un’OPS su Banca Generali

Ancora una volta il sistema bancario italiano ha sorpreso il mercato e gli operatori finanziari. Mediobanca ha deciso di liberarsi della sua storica partecipazione in Generali, quella che per decenni le ha permesso di guidare le scelte strategiche della più grande compagnia assicurativa italiana.

L’OPS da 6,3 miliardi di Mediobanca su Banca Generali: cambio di strategia

La banca di piazzetta Cuccia, infatti, ha lanciato un’offerta pubblica di scambio (Ops) sulla totalità delle azioni di Banca Generali in cambio non delle sue azioni, come tradizionalmente avviene, ma del 13,1% delle azioni di Assicurazioni Generali in suo possesso. L’operazione del valore di 6,3 miliardi di euro, con un premio sui prezzi di borsa di circa l’11%, dovrebbe permettere al Gruppo Mediobanca di liberarsi di una partecipazione divenuta scomoda e far nascere un leader nel ‘wealth management’ con 210 miliardi di attivi in gestione e 2 miliardi di ricavi. In pratica, l’operazione dovrebbe permettere a Mediobanca di liberarsi di una partecipazione remunerativa e prestigiosa, ma divenuta sempre più ingombrante.

Un futuro da public company per Assicurazioni Generali

Ciò che è sicuro è che, se l’operazione riuscisse, come è ampiamente probabile, Generali perderebbe il suo azionista di riferimento. La società diventerebbe sempre di più una public company con alcuni azionisti rilevanti. In primo luogo il Gruppo Del Vecchio (9,93%) e il Gruppo Caltagirone (6,92%), che si sono a lungo confrontati con Mediobanca, ma anche il Gruppo Benetton (4,80%) e Unicredit (6,7%). Quest’ultima ha sempre dichiarato, senza mai convincere troppo gli analisti, che l’investimento in Generali era puramente finanziario. Ora si troverà a essere l’unico socio con un potenziale interesse industriale. Unicredit, infatti, a differenza di Banca Intesa, non ha una sua compagnia assicurativa ma solo una joint venture paritetica con Allianz, che ora ha dichiarato di voler consolidare nel ramo vita.

Terzo polo bancario: un progetto ancora incompleto

Rimane allora da capire che interesse potrebbe avere Assicurazioni Generali nell’aderire allo scambio d’azioni proposto da Mediobanca. Insomma, la foresta pietrificata è diventata una giungla piena di sorprese, che certamente non sono finite. Anche se tutte le operazioni promosse in questo periodo andassero in porto (e si tratta pur sempre di azioni contro azioni, cioè carta contro carta) un vero terzo polo bancario è ancora tutto da costruire, giacché la fusione fra (Mediocredito o) Mediobanca e Mps non può ancora definirsi tale. Bisognerà poi trovare un assetto azionario più stabile per Generali. La strada in tal senso è ancora lunga.

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