
La Camera ha approvato la proposta di legge Romano-Bagnai che introduce il diritto universale al conto corrente. Secondo il testo, le banche non potranno rifiutare di aprire un conto corrente, né potranno chiuderlo se presenta un saldo attivo, salvo eccezioni gravi come casi di riciclaggio o terrorismo. Il provvedimento si appresta ora ad arrivare al Senato.
Un’esigenza reale per milioni di cittadini
In Italia esistono oltre 48 milioni di conti correnti, un dato in crescita del 13% rispetto al 2019 (fonte: Fabi). La norma vuole tutelare i cittadini che si sono visti chiudere unilateralmente il conto, pur avendo fondi disponibili, trovandosi poi bloccati nel sistema bancario a causa delle segnalazioni interbancarie.
Il nodo degli assegni circolari e delle segnalazioni
Attualmente, quando una banca recede da un conto, consegna al cliente un assegno circolare, che però non può essere incassato senza un altro conto corrente. Questo crea un paradosso: il cittadino non può usare i propri soldi né aprire nuovi conti, perché segnalato. La nuova norma vuole porre fine a questo corto circuito.
Un consenso trasversale, ma con riserve
La proposta ha trovato ampio consenso politico, dalla Lega che rivendica “una storica vittoria”, a FdI e Pd, che parlano di un diritto di cittadinanza economica. Anche i consumatori si dicono soddisfatti, pur con l’avvertimento del Codacons sul rischio di aumenti dei costi di gestione da parte delle banche.
Le perplessità di Bankitalia e Abi
Non mancano però le critiche: l’Abi contesta l’idea di obbligo, che trasformerebbe l’attività bancaria in un servizio para-pubblico, in contrasto con l’articolo 10 del Testo unico bancario. Bankitalia ha sollevato dubbi sulla compatibilità con i principi europei e costituzionali, e sui potenziali rischi per la solidità del sistema finanziario.