In caso di grave crisi i governi nazionali (quello italiano incluso) potrebbero ricorrere alla moneta a scadenza?

L’introduzione di una moneta a termine potrebbe costituire uno strumento di politica monetaria utile per sostenere l’economia durante recessioni o emergenze.

In caso di grave crisi i paesi potrebbero ricorrere alla moneta a scadenza?

La ‘moneta a scadenza’ è danaro digitale programmabile che una banca centrale può emettere in caso di gravi crisi. Verrebbe distribuita ai cittadini a titolo gratuito, analogamente a quella che l’economista Milton Friedman chiamò ‘moneta elicottero’, evocando gli effetti di immaginifici lanci di danaro dal cielo verso un pubblico sottostante pronto a raccoglierlo.

Come la moneta elicottero, quella a scadenza riunirebbe in sé aspetti di politica monetaria e fiscale, giacché combinerebbe creazione di potere d’acquisto (compito tipico della politica monetaria) e suo trasferimento a soggetti beneficiari (compito della politica fiscale). Per questo, la sua gestione richiederebbe forme di cooperazione fra banca centrale e governo.

Sull’opportunità d’introdurre moneta a scadenza, emergono varie questioni. Eccone alcune. La scadenza del danaro potrebbe essere accettabile in casi eccezionali e circoscritti, come ha fatto la Cina durante la pandemia*. Ma cosa succederebbe allorché una tale “non” riserva di valore dovesse essere imposta ad aziende, lavoratori e consumatori? E come conciliarne la funzione di bene pubblico con la negazione del diritto individuale alla conservazione del suo valore?

Raramente le azioni collettive sono esenti da trade-off, come in tutti i casi in cui il perseguimento di obiettivi sociali non risulta possibile senza che alcuni o molti ne vengano per altro verso danneggiati. Anche la scadenza del danaro solleverebbe trade-off delicati, giacché inciderebbe su importanti diritti individuali. D’altra parte, il suo uso sarebbe mirato a sostenere l’economia durante periodi di crisi.

La moneta a scadenza presenta, dunque, alcuni pro e contro che andrebbero valutati alla luce dei costi che le società, in particolare le fasce più deboli delle loro popolazioni, subiscono a causa delle crisi economiche e della lentezza, se non inefficacia, degli strumenti di policy oggi disponibili.

La moneta a scadenza, inoltre, agirebbe diversamente dal quantitative easing. Non opererebbe sulla domanda aggregata indirettamente, attraverso ricomposizioni di portafoglio e trasmissione di variazioni di tassi d’interesse. Avrebbe piuttosto un impatto diretto sulle decisioni di spesa dei possessori, generando un effetto ricchezza positivo, reso a sua volta più efficace dalla certezza che la nuova ricchezza creata svanirebbe se non fosse spesa prima della scadenza.

Resta, tuttavia, incerto l’effetto sull’inflazione, già molto elevata in Italia e in Europa, tenendo comunque conto che l’attuale incremento dei prezzi al consumo è determinato da una carenza dal lato dell’offerta, e non da un eccesso di domanda.

* Nell’ottobre 2020, il distretto Luohu di Shenzhen annunciò la distribuzione gratuita di 10 milioni di yuan digitali in somme da 200 yuan (30 dollari) da assegnare a circa 50 mila persone estratte a sorte. Fortunati vincitori ma con un limite: spendere le assegnazioni presso negozi designati e soltanto tra il 12 e il 18 ottobre dello stesso anno.

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