La parabola di Draghi, da salvatore della patria a carnefice?

Nel 1976 è diventato il primo italiano a conseguire un dottorato presso il prestigioso Massachusetts Institute of Technology, sotto la guida dell'economista Franco Modigliani, premio Nobel. Successivamente ha lavorato presso la Banca Mondiale e il Tesoro italiano. È, poi, entrato in Goldman Sachs prima di essere nominato governatore della Banca d'Italia nel 2005. Infine, l’incarico alla Bce.

Lettera del 2011

È in questa veste che Mario Draghi, 70 anni, avrebbe dovuto salvare la zona euro e la travagliata economia italiana.Ora rischia di essere ricordato come l'uomo che ha contribuito a spingerla contro la scogliera. Per capire il perché bisogna andare indietro fino al 2011, quando insieme a Jean Claude Trichet, il governatore allora uscente della Bce, Draghi fu uno degli autori della nota lettera inviata al governo italiano, in cui si prescriveva una cura da cavallo. Alcuni di questi “suggerimenti” sono, poi, stati applicati attraverso nuove riforme. Tra queste, la legge Fornero, che ha innalzato l'età minima di pensionamento e cambiato il metodo di calcolo delle pensioni.

Contrari all’austerity

Sono proprio le ricette indicate nella lettera, le cosiddette misure di austerità, ad aver fatto sussultare coloro che sostengono l’opportunità di aumentare ulteriormente il debito pubblico. Secondo economisti come Giulio Sapelli, l’approccio seguito da Draghi ha prodotto un calo della crescita e gettato le basi per il successo delle forze populiste.

Piano di Draghi

Di sicuro, le politiche di Draghi hanno fatto sì che i paesi più deboli dell’eurozona superassero la grande crisi. E ha dato forma ad un gigantesco programma di acquisto di titoli sul mercato secondario, oltre a portare tassi di interesse su un livello negativo. Cose mai viste prima in Europa. Con questo piano straordinario è stato possibile preservare l’euro, pur non potendo puntare su un’Unione monetaria. Il che, invece, avrebbe ampliato il possibile raggio di azione della Banca centrale.

Unica possibilità: crescere

Al di là delle valutazioni personali, che si pensi bene o male dell’austerity, tra poco l’aiuto della Bce non ci sarà più. L’Italia, come altri paesi, ha avuto l’opportunità di poter contare su bassissimi tassi di interesse. Però non ha saputo trasformare questa occasione in maggiore crescita. Ha sprecato il jolly. Chiedere adesso all’Ue una mano per ridefinire il debito è fuori luogo. L’unica possibilità di ridurre il debito pubblico è pagarlo, possibilmente con maggiore crescita. E qualcuno si stupisce ancora se di fronte al secondo debito dell’Ue, dopo quello greco, i mercati che finanziano il deficit di bilancio si irrigidiscono dinanzi ad un programma che prevede, simultaneamente, maggiore spesa pubblica e riduzione delle tasse. Ma ci ha pensato Angela Merkel, in un'intervista Frankfurter Allgemeine Sonntagszeitung, a escludere la possibilità che il debito italiano possa essere tagliato.

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