Intelligenza artificiale contro stupidità umana

Non mancano le speranze su ciò che l’intelligenza artificiale potrebbe fare per la produttività e la crescita economica in futuro. Ma dobbiamo tenere presente che le nostre politiche si sono rivelate troppo disfunzionali per gestire persino le minacce più evidenti che abbiamo difronte. Si spera che un giorno l’intelligenza artificiale supererà la stupidità umana. Ma non ne avrà mai la possibilità se prima distruggiamo noi stessi.

Intelligenza artificiale contro stupidità umana
Nouriel Roubini

Il nostro mondo è dominato molto più dalla stupidità umana che dall’intelligenza artificiale. La proliferazione di alcune megaminacce – ciascuna delle quali è un elemento della più ampia cosiddetta “policrisi” – conferma che le politiche (adottate a livello nazionale e internazionale) sono troppo disfunzionali e troppo fuorvianti per affrontare anche i rischi più gravi ed evidenti per il nostro futuro. Questi includono il cambiamento climatico, che avrà enormi costi economici; il fallimento di una serie di Stati, che renderanno le ondate di rifugiati climatici ancora più grandi; e pandemie ricorrenti e virulente, che potrebbero essere ancora più dannose dal punto di vista economico del Covid-19.

A peggiorare le cose, pericolose rivalità geopolitiche si stanno evolvendo in nuove guerre fredde – come quella (più o meno apparente) tra Stati Uniti e Cina – e in guerre calde potenzialmente esplosive, come quelle in Ucraina e Medio Oriente. In tutto il mondo, la crescente disuguaglianza di reddito, in parte guidata dall’iperglobalizzazione e dalle tecnologie che risparmiano manodopera, ha innescato una reazione contro la democrazia liberale, creando opportunità per movimenti politici populisti, autocratici e violenti.

Livelli insostenibili di debito pubblico e privato minacciano di far precipitare la crisi debitoria e finanziaria, e potremmo ancora assistere a un ritorno dell’inflazione e a shock stagflazionari negativi dell’offerta aggregata. La tendenza più ampia a livello globale è verso il protezionismo, la de-globalizzazione, il disaccoppiamento e la de-dollarizzazione.

Inoltre, le stesse nuove e coraggiose tecnologie dell’intelligenza artificiale che potrebbero contribuire alla crescita e al benessere umano hanno anche un grande potenziale distruttivo. Vengono già utilizzati per spingere al massimo la disinformazione, i deepfake e la manipolazione elettorale, oltre a sollevare timori sulla disoccupazione tecnologica permanente e su una disuguaglianza ancora più marcata. L’ascesa delle armi autonome e della guerra informatica potenziata dall’intelligenza artificiale è altrettanto inquietante.

Quando si parla di intelligenza artificiale, ci sono ottime probabilità che la tecnologia cambi effettivamente il mondo nei prossimi decenni. Consideriamo, ad esempio, la rivoluzione in corso nel campo della robotica e dell’automazione, che porterà presto allo sviluppo di robot con caratteristiche simili a quelle umane in grado di apprendere e svolgere più attività contemporaneamente come facciamo noi. Oppure si può considerare cosa farà l’intelligenza artificiale per la biotecnologia, la medicina e, in ultima analisi, la salute umana e la durata della vita. Non meno intriganti sono gli sviluppi nell’informatica quantistica, che alla fine si fonderà con l’intelligenza artificiale per produrre applicazioni avanzate di crittografia e sicurezza informatica.

La stessa prospettiva a lungo termine dovrebbe essere applicata anche ai dibattiti sul clima. Sta infatti diventando sempre più probabile che il problema non venga risolto con l’energia rinnovabile – che sta crescendo troppo lentamente per fare una differenza significativa – o con tecnologie costose come la cattura e il sequestro del carbonio e l’idrogeno verde. Invece, potremmo assistere ad una rivoluzione dell’energia da fusione, a condizione che nei prossimi 15 anni si possa costruire un reattore commerciale. Questa abbondante fonte di energia pulita ed economica, combinata con la desalinizzazione poco costosa e l’agrotecnologia, ci permetterebbe di nutrire i dieci miliardi di persone che vivranno sul pianeta entro la fine di questo secolo.

Allo stesso modo, la rivoluzione nei servizi finanziari non sarà incentrata su blockchain o criptovalute decentralizzate. Piuttosto, si baserà sul tipo di fintech centralizzata abilitata all’intelligenza artificiale che in realtà sta già migliorando i sistemi di pagamento, i prestiti e l’allocazione del credito, la sottoscrizione assicurativa e la gestione patrimoniale. La scienza dei materiali porterà a una rivoluzione nei nuovi componenti, nella produzione di stampa 3D, nelle nanotecnologie e nella biologia sintetica. L’esplorazione e lo sfruttamento dello spazio (si spera) ci aiuteranno a salvare il pianeta e a trovare modi per creare modalità di vita extraplanetarie.

Queste e molte altre tecnologie potrebbero cambiare il mondo in meglio, ma solo se riusciamo a gestire i loro effetti collaterali negativi e solo se vengono utilizzate per eliminare o quantomeno ridurre le megaminacce che si presentano all’orizzonte. Si spera che un giorno l’intelligenza artificiale supererà la stupidità umana. Ma non ne avrà mai la possibilità se prima distruggiamo noi stessi.

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