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Era il 2 novembre 2000 quando l’astronauta americano William Shepherd e i cosmonauti russi Yuriy Gudzenko e Sergei Krikalov arrivarono a bordo della ISS per una missione di 136 giorni. Da allora, la Stazione Spaziale Internazionale non ha mai visto un solo giorno senza esseri umani a bordo.
Cooperazione globale fra le stelle
Fin dai primi moduli assemblati, la ISS è stata un simbolo di collaborazione internazionale: Stati Uniti e Russia insieme, al fianco dell’Europa, del Canada e del Giappone. Questa alleanza ha resistito a crisi e geopolitiche terrestri, dimostrando che nello spazio le regole della diplomazia possono dare frutti diversi.
Da 48 a 73 metri, da 60 a 450 tonnellate: la crescita della stazione
All’inizio la struttura misurava circa 48 metri in lunghezza, con una massa di 60 tonnellate e un volume interno di 264 m³. Oggi la ISS si estende su circa 73 metri, con una massa di circa 450 tonnellate e un volume vivibile superiore a 1.000 m³. Un’evoluzione tecnologica impressionante in un progetto che ha visto anche contributi fondamentali dall’Italia: oltre la metà dei moduli abitabili è stata realizzata nel nostro Paese.
Oltre 4.000 esperimenti in microgravità e la spinta commerciale
Nel corso dei 25 anni la ISS ha ospitato oltre 4.000 esperimenti in microgravità su temi che vanno dalla fisiologia umana alla botanica, dai materiali avanzati alla biologia spaziale.
Negli ultimi anni la stazione ha visto l’ingresso dei privati: dopo la pensione dello Space Shuttle nel 2011, le navette della SpaceX Crew Dragon hanno iniziato ad attraccare alla ISS, aprendo la strada alla space economy. Lo scenario guarda già al 2026 con il lancio del primo modulo della futura stazione commerciale Axiom Space, che farà da ponte verso la dismissione della ISS verso il 2030.
L’Italia nell’orbita: astronauti e moduli made in Italy
L’Italia vanta un ruolo di primo piano: cinque astronauti italiani (tra cui Luca Parmitano e Samantha Cristoforetti) hanno lavorato a bordo della ISS e numerosi moduli sono stati progettati e costruiti in collaborazione con l’agenzia spaziale italiana. Un contributo decisivo che rafforza la nostra presenza nell’esplorazione spaziale.
Il futuro è orbitale (e commerciale)
L’anniversario dei 25 anni è anche un punto di svolta: la ISS non sarà eterna. La NASA punta al deorbit della stazione entro il 2031, spostando lo spazio abitato verso una nuova generazione di habitat commerciali in orbita.
Una rivoluzione che trasformerà l’orbita terrestre bassa non solo in un laboratorio di ricerca, ma in un terreno di business per il turismo spaziale, la produzione in microgravità e l’industria orbitale.


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