
Dopo due decenni di crescita esplosiva, le compagnie low cost affrontano la loro crisi più profonda. Spirit lancia l’allarme sulla propria solvibilità, Wizz Air chiude la filiale di Abu Dhabi, Play Airlines abbandona il lungo raggio e Southwest rivede regole storiche come l’assegnazione gratuita dei posti. Segnali di un cambio di rotta che potrebbe ridisegnare il settore.
“Il modello low cost è morto”
Le parole del ceo di United Airlines, Scott Kirby, hanno fatto scalpore: «Le low cost si basano sul fregare i clienti con costi nascosti». Anche il numero uno di Delta, Ed Bastian, avverte: «Chi non arriva almeno al pareggio non sopravviverà».
La concorrenza delle major e la guerra dei prezzi
Gli analisti sottolineano come le compagnie tradizionali abbiano neutralizzato il vantaggio competitivo delle low cost, abbassando le tariffe e offrendo biglietti sempre più “snelli”. Così, quando il prezzo si avvicina, i passeggeri preferiscono volare con i grandi vettori.
Tra Europa e Usa scenari diversi
In Europa, Ryanair ed easyJet restano solide e il modello sembra reggere, favorito da una clientela più sensibile al prezzo. Negli Usa, invece, la classe media preferisce spesso affidarsi a compagnie tradizionali, alimentando le difficoltà delle low cost.
Prezzi dei biglietti destinati a salire
Se Spirit non riuscirà a salvarsi, avvertono gli analisti, il mercato rischia di vedere tariffe più alte. Già oggi, dopo il ritiro di Spirit da alcune rotte, i prezzi medi sono saliti di oltre il 5%.