
Dopo settimane di tensione, Washington e Pechino hanno trovato un’intesa per evitare una nuova guerra commerciale. Il segretario al Tesoro, Scott Bessent, ha annunciato domenica un accordo commerciale quadro che impedirà l’aumento dei dazi americani al 155% previsto per il 1° novembre. Una mossa che raffredda la spirale di ostilità innescata dalle restrizioni cinesi sulle esportazioni di terre rare, materiali strategici per l’industria tecnologica e militare. “Abbiamo evitato un’escalation che non avrebbe giovato a nessuno”, ha dichiarato Bessent a ABC News, sottolineando che il nuovo patto “restituisce stabilità ai mercati globali”.
Cosa prevede l’accordo
In base all’intesa, la Cina rinvierà di un anno i controlli sulle terre rare, mentre gli Stati Uniti non applicheranno i nuovi dazi. Pechino si impegna inoltre ad aumentare gli acquisti agricoli dagli Stati Uniti, un gesto simbolico ma strategico per ridurre il disavanzo commerciale. Un segnale di distensione che, secondo molti analisti, serve anche a preparare il terreno al tanto atteso incontro tra Donald Trump e Xi Jinping, previsto giovedì a Seul, durante il vertice dell’APEC (Asia-Pacific Economic Cooperation).
TikTok, l’altra partita geopolitica
L’accordo include anche un capitolo delicato: la vendita di TikTok. Bessent ha confermato che “tutti i punti principali sono stati chiusi” e che la firma definitiva potrebbe arrivare proprio durante il summit APEC. Un’operazione che consentirebbe a Pechino di evitare un blocco totale dell’app negli Stati Uniti e a Washington di rivendicare una vittoria politica sul piano della sicurezza digitale.
Il tour asiatico di Trump: diplomazia o propaganda?
Nel frattempo, Trump ha iniziato un tour asiatico ad alto tasso di visibilità, con tappe in Malesia, Giappone e Corea del Sud.
A Kuala Lumpur ha firmato un accordo di cessate il fuoco tra Cambogia e Thailandia, definito “storico”, e ha stretto patti economici mirati a ridurre la dipendenza americana dai minerali cinesi.
Non sono mancati momenti di tensione diplomatica: con Lula ha discusso del caso Bolsonaro, mentre ha ignorato il premier canadese Mark Carney, irritato da una campagna pubblicitaria canadese contro la sua politica commerciale.
Assente eccellente, Narendra Modi: i rapporti tra India e Stati Uniti si sono raffreddati dopo l’aumento dei dazi americani legati all’acquisto di petrolio russo da parte di Nuova Delhi.



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