
Trasporti, consulenza, finanza, digitale. Le esportazioni di servizi verso i Paesi extra-Ue rappresentano oggi una delle colonne portanti dell’economia europea. Secondo i dati Eurostat, nel 2023 l’Unione europea ha esportato servizi per 1.440 miliardi di euro, confermando un trend di crescita costante negli ultimi anni.
Il dominio dei grandi gruppi
Ma la capacità di competere oltre i confini resta fortemente concentrata. Le grandi imprese (con almeno 250 dipendenti) generano oltre il 53% del totale delle esportazioni extraeuropee di servizi. Le piccole aziende contribuiscono solo per il 14,2%, mentre le medie si fermano al 10%. Il restante 22,3% proviene da imprese di dimensione non dichiarata.
Germania e Nord Europa, i campioni della concentrazione
In Germania, Finlandia e Danimarca la concentrazione è ancora più evidente: rispettivamente 72,8%, 66,7% e 66% delle esportazioni di servizi sono controllate da pochi grandi gruppi, spesso multinazionali ad alta intensità tecnologica. In questi Paesi, la struttura industriale integrata e la capacità di investimento hanno reso i servizi europei altamente competitivi a livello globale.
L’Italia, un gigante di idee ma frammentato
Scenario opposto per l’Italia, dove le grandi imprese rappresentano solo il 28,7% delle esportazioni di servizi extra-Ue, molto al di sotto della media europea. Un dato che riflette la natura del tessuto produttivo nazionale: una costellazione di piccole e medie imprese dinamiche, ma spesso troppo piccole per affrontare i mercati globali in modo strutturato. La sfida per l’Italia resta quella di fare sistema, favorendo aggregazioni, digitalizzazione e accesso ai capitali, per colmare il divario competitivo con i partner del Nord Europa.
Il futuro passa dai servizi ad alto valore aggiunto
Mentre la manifattura continua a pesare, il futuro del commercio internazionale si gioca sempre più nei servizi a elevato contenuto di conoscenza — dal software all’intelligenza artificiale, dalla consulenza finanziaria alla logistica avanzata.
Per restare competitiva, l’Europa (e l’Italia in particolare) dovrà rafforzare le filiere dei servizi innovativi, sostenendo l’espansione internazionale delle sue imprese di media dimensione.



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