Ecco come gli Stati Uniti potrebbero perdere la nuova Guerra Fredda. E il dominio sul mondo

Ecco come potrebbero perdere la nuova Guerra Fredda. E il dominio sul mondo
Joseph Stiglitz

Gli Stati Uniti sembrano essere entrati in una nuova Guerra Fredda sia con la Cina che con la Russia. Il punto è che il ritratto dello scontro dipinto dai leader statunitensi, ovvero quello tra democrazia e autoritarismo, è fallace, soprattutto in un momento in cui gli stessi leader stanno attivamente corteggiando un paese sistematico violatore dei diritti umani come l'Arabia Saudita. “Tale ipocrisia suggerisce che ad essere realmente in gioco è l’egemonia globale, non i valori”, attacca il premio Nobel per l’economia Joseph Stiglitz.

Per due decenni, dopo la caduta della cortina di ferro, gli Stati Uniti sono stati indiscutibilmente i numeri uno. Ma poi sono arrivate le guerre disastrose e sbagliate in Medio Oriente, il crollo finanziario del 2008, la crescente disuguaglianza, l’epidemia di oppioidi e altre crisi che sembravano mettere in dubbio la superiorità del modello economico a stelle e strisce.

Inoltre, tra l’elezione di Donald Trump, il tentato colpo di stato al Campidoglio degli Stati Uniti, numerose sparatorie di massa, un Partito Repubblicano deciso a reprimere gli elettori e l’ascesa di culti complottisti come QAnon, ci sono prove più che sufficienti per suggerire che alcuni aspetti della politica americana e la vita sociale sono diventate profondamente patologiche.

Naturalmente, gli Stati Uniti non vogliono essere detronizzati. Ma è semplicemente inevitabile che la Cina superi economicamente gli Stati Uniti, indipendentemente dall’indicatore macroeconomico utilizzato. Non solo la sua popolazione è quattro volte più grande di quella statunitense; anche la sua economia è cresciuta tre volte più velocemente per molti anni (e, in effetti, ha già superato nel 2015 gli Stati Uniti in termini di parità di potere d’acquisto).

Secondo Stiglitz, se davvero gli Usa vogliono avere delle chance di battere la Cina nella gara per la supremazia globale, è bene che “comincino a mettere ordine in casa propria”. Anche perché un numero crescente di Stati potrebbe decidere di non volersi alleare con un paese il cui potere poggia su basi economiche, sociali e politiche sempre più incerte. Uno scenario avverso che nel medio periodo potrebbe ingrigirsi ulteriormente se si considera che stanno aumentando le probabilità che Donald Trump torni alla Casa Bianca tra due anni. E visto il recente passato dell'amministrazione guidata dal Tycoon, le difficoltà interne e globali degli Usa potrebbero subire un’ulteriore accelerazione.

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