Milano è stata un incubatore di propaganda del mondo al contrario.
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“Giardino segreto, Bosco verticale, Biblioteca degli alberi, Salva Milano. Non solo le dittature usano a piene mani gli eufemismi. Edward Bernays, tra i principali teorici delle tecniche di manipolazione dell’opinione pubblica, mostrò già negli anni Venti del Novecento come il discorso propagandistico delle società democratiche si basasse su un uso pervasivo dell’eufemismo.
Milano è stata un incubatore di propaganda del mondo al contrario. Tra le parole chiave: Riqualificazione. Tra gli strumenti di ipnotismo e prestidigitazione: Rendering.
Tra gli esempi forse più simbolici della ferita che opprime e offende chi abita questa città: via Beltrami, antistante Piazza Castello, ristrutturata con fondi UE per la ripresa dopo la pandemia di Covid-19, trasformata in una colata di cemento, rovente d’estate e alluvionata d’inverno; Piazza San Babila, una spianata abbacinante di pietre, senza un albero, un’aiuola, un segno di vita.
Gli esempi possono andare avanti all’infinito, tra finte piste ciclabili, glicini secolari abbattuti e assalto ai parchi pubblici.
Ma la propaganda del Modello Milano è fatta anche di calzini. E come un calzino va rovesciata, senza dare la città in mano a chi saprebbe divorarla fino in fondo, insieme al resto del Paese”.
È il calzante commento di Daniela Padoan (presidente di Libertà e Gisutizia).