
Secondo le previsioni d’autunno del Centro studi Confindustria, l’Italia non supererà il +0,5% di crescita del Pil nel 2025, con un leggero recupero al +0,7% nel 2026. Un dato rivisto al ribasso rispetto alle stime di aprile e che conferma una crescita “anemica”.
Export in caduta libera
A pesare è soprattutto la frenata delle esportazioni, colpite dalla guerra dei dazi e dalle tensioni geopolitiche. Nel secondo trimestre 2025 il Pil ha registrato una contrazione dello 0,1%. Le esportazioni nette resteranno quasi ferme (+0,2% nel 2025 e +0,1% nel 2026).
Pnrr decisivo per non affondare
Confindustria avverte: senza il Pnrr, l’Italia sarebbe in stagnazione, con un Pil a -0,3% nel 2025 e a +0,1% nel 2026. L’impatto positivo del piano, stimato in +0,8% nel 2025 e +0,6% nel 2026, è dunque determinante.
La ricetta degli industriali
Il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, chiede al governo una manovra di almeno 8 miliardi l’anno per tre anni, con incentivi agli investimenti produttivi. E per accelerare la crescita, secondo Orsini, va sbloccata anche parte della ricchezza finanziaria delle famiglie: oltre 6.000 miliardi di euro, di cui 1.500 parcheggiati in depositi bancari improduttivi.