
La Corte dei Conti ha bocciato la delibera del Cipess che approvava il progetto definitivo del Ponte sullo Stretto di Messina, negando il visto di legittimità e la registrazione dell’atto. Le motivazioni ufficiali arriveranno entro 30 giorni, ma la notizia ha già provocato un terremoto politico a Roma.
Meloni e Salvini al contrattacco
Durissima la reazione della premier Giorgia Meloni, che parla di “ennesimo atto di invasione della giurisdizione sulle scelte del Governo e del Parlamento”. Il vicepremier Matteo Salvini definisce la decisione “una scelta politica e un grave danno per il Paese”, assicurando che “il progetto andrà avanti”. Anche Antonio Tajani si schiera con l’esecutivo: “Non è ammissibile che la magistratura contabile decida quali opere strategiche realizzare”.
L’opposizione esulta: “Vittoria dello Stato di diritto”
Di tutt’altro tono la reazione delle opposizioni. Il leader di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli, parla di “grande vittoria dello Stato di diritto” e chiede le dimissioni di Salvini, minacciando di ricorrere alla Corte di giustizia europea se il progetto dovesse proseguire. Bonelli accusa il governo di voler “sottrarre 15 miliardi di euro ai cittadini dopo aver tagliato fondi al trasporto pubblico”.
Le criticità sollevate dai magistrati contabili
Tra i punti sotto osservazione:
le coperture economiche dell’opera;
l’attendibilità delle stime di traffico;
la conformità alle norme ambientali e antisismiche;
il rispetto delle regole europee che vietano di superare del 50% il costo iniziale.
Secondo indiscrezioni, sarebbe stata messa in discussione anche la competenza del Cipess, ritenuto organo “politico”.
Salvini non arretra: “Il Ponte si farà, creerà 120 mila posti di lavoro”
Durante un acceso question time alla Camera, il ministro delle Infrastrutture ha ribadito che “nessuna violazione è stata commessa” e che “il Ponte farà risparmiare tempo, denaro e salute”. Salvini ha difeso la bontà del progetto da 13,5 miliardi di euro, ricordando che “non verranno sottratti fondi ad altre opere” e che “in Sicilia e Calabria sono già in corso investimenti per oltre 45 miliardi di euro”. “Il Ponte non è uno spreco”, ha concluso. “È un’opera che porterà 120 mila posti di lavoro e unirà davvero il Paese da Bolzano a Palermo.”
E ora cosa succede?
Nonostante il parere negativo, il governo può comunque decidere di procedere. La legge prevede che, in caso di rifiuto della registrazione da parte della Corte dei Conti, il Consiglio dei ministri possa deliberare di dare comunque corso all’atto “per ragioni di interesse pubblico superiore”. E chiedere alla Corte di registrare l’atto con riserva. La partita, dunque, è tutt’altro che chiusa.



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