Dopo 30 anni tornano le trivelle nell’Alto Adriatico. Il governo le sblocca e apre a nuove concessioni

Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin: “Potenzialmente si stimano 15 miliardi di metri cubi sfruttabili nell’arco di 10 anni dai concessionari”

Dopo 30 anni tornano le trivelle nell’Alto Adriatico. Il governo le sblocca

Per offrire fino a 2 miliardi di metri cubi di gas di produzione nazionale alle aziende gasivore (che avranno consumato nel 2021 almeno 1 gigawattora annuo) a prezzi calmierati, il governo è pronto a garantire, già da gennaio e fino al 2024, una prima fetta di forniture aggiuntive (il 75% dei volumi potenziali). Ed è intenzionato ad aprire uno spiraglio alle estrazioni nell’Alto Adriatico, interdetto da 30 anni, consentendo agli operatori di muoversi in una piccolissima porzione, oltre le 9 miglia dalla costa e per giacimenti con un potenziale sopra i 500 milioni di metri cubi, mentre continua a restare vietata l’area di fronte a Venezia.

Il tutto a condizione che i titolari delle concessioni presentino analisi e monitoraggi puntuali che escludano il rischio di subsidenza (lo sprofondamento del suolo). In pratica, si chiede alle aziende di autocontrollarsi. E le estrazioni saranno riattivate anche nelle acque dei golfi di Napoli, di Salerno e delle isole Egadi, per la durata di vita utile del giacimento e solo a patto che si dimostri l’assenza di rischi per il territorio. Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, ha rimarcato “che potenzialmente si stimano 15 miliardi di metri cubi sfruttabili nell’arco di 10 anni dai concessionari”.

Ci sono poi altre due novità: lo sblocco, in tutta la penisola, del rilascio di nuove concessioni in zone comprese tra le 9 e 12 miglia (anche qui solo per i giacimenti con potenziale sopra i 500 milioni di metri cubi). Inoltre è prevista la riapertura delle attività (incluse quelle di ricerca) in tutte quelle aree protette non ancora esistenti ma da costituire.

Un altro aspetto interessante riguarda poi le condizioni di prezzo dei contratti di acquisto stipulati dal Gse (Gestore dei servizi energetici) di durata massima decennale: l’asticella dovrà garantire la copertura dei costi totali effettivi delle produzioni, nonché un’equa remunerazione. Il prezzo, fissato per decreto, conterrà una riduzione percentuale, anche progressiva, ai prezzi giornalieri registrati al Psv (il punto di scambio virtuale del gas italiano) e dovrà muoversi entro un range, tra un minimo di 50 euro e un massimo di 100 euro per megawattora.

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