Il declino dell'economia italiana: dal 2000 il Pil è cresciuto dello 0,2% su base annua

Tra i 19 paesi dell’Eurozona solo Italia e Grecia devono ancora recuperare i livelli precrisi. Dal 2000 al 2018 il settore manifatturiero ha perso 16,1 punti percentuali, mentre quello tedesco ha segnato +33%. Per provare a recuperare la parola chiave è investimenti

Dal 2000 il Pil è cresciuto dello 0,2% su base annua

Dal 2000 al 2018 il Pil in Italia è salito su base annua dello 0,2%. Niente a che vedere con i due ventenni precedenti. Se tra gli ‘80 e ‘90 la crescita è stata del 2%, tra il 1960 e la fine dei ‘70 l'aumento del Pil è stato del 4,8% su base annua. Lo rileva la Cgia che osserva: certo, i ‘60 e ‘70 sono stati quelli del boom economico, ma anche della prima crisi energetica scoppiata nel 1973 che ha innescato effetti negativi pagati negli anni successivi.

La crescita, invece, rilevata negli altri paesi dell’Eurozona è sensibilmente superiore. Se l'Italia dal 2000 ha segnato un +4% (variazione calcolata al netto dell'inflazione), Francia (+25,2%), Germania (+26,5%) e Spagna (+34,7%) hanno fatto decisamente meglio. Tra i 19 paesi dell’Eurozona solo Italia (-4,1%) e Grecia (-23,8%) devono ancora recuperare, in termini di Pil, i livelli precrisi (2007).

Se, però, sempre in questo arco temporale si analizza l’andamento dei conti pubblici italiani, si nota che “negli ultimi 18 anni – dichiara il Segretario della CGIA Renato Mason - solo in un anno, il 2009, il saldo primario, dato dalla differenza tra le entrate totali e la spesa totale, al netto degli interessi sul debito pubblico, è stato negativo. In tutti gli altri anni, invece, è stato di segno positivo e, pertanto, le uscite sono state inferiori alle entrate."

Tuttavia, il settore manifatturiero, che continua a essere il motore dell’economia del paese, mostra le difficoltà attraversate dal settore come evidenziano i dati della produzione industriale di questi ultimi 18 anni: dal 2000 al 2018 il settore manifatturiero italiano ha perso 16,1 punti percentuali. Nessun altro tra i principali paesi avanzati dell’Ue ha fatto peggio. Se anche Spagna (-14,5%) e Francia (-5,7%) hanno registrato percentuali negative, di tutt’altro segno è la performance osservata nel settore industriale tedesco: dal 2000 è aumentata di quasi 33 punti percentuali.

Per provare a recuperare la parola chiave è investimenti, secondo la Cgia. Farebbero aumentare l’occupazione, la produttività e, quindi, il livello delle retribuzioni medie.

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