La Cina è la seconda economia globale. Ma il Pil procapite la pone all’86° posto al mondo

Le due facce del Pil cinese. Nonostante la fenomenale crescita del Pil nominale osservata negli ultimi quattro decenni, la Cina resta un paese povero

È la seconda economia globale. Ma il Pil procapite la pone all’86° posto

L’analisi economica sulla Cina si concentra sui media troppo sul Pil totale e non abbastanza sul Pil procapite, che è invece tra i due l’indicatore più rilevante e proietta un’immagine nettamente differente dell’attuale situazione economica della Cina.

Una rapida ricerca attraverso tutti i notiziari in lingua inglese nel database ProQuest per il decennio dal 2011 al 2021 mostra che 20.915 articoli hanno citato il Pil cinese, mentre solo 1.163 hanno menzionato il suo Pil procapite. La differenza era proporzionalmente ancora maggiore tra gli otto giornali più grandi e più d’élite, tra cui New York Times, Wall Street Journal e Washington Post.

Nel 2019 il Pil cinese (misurato ai tassi di cambio di mercato) pari a 14 trilioni di dollari è stato il secondo più grande del mondo, dopo quello degli Stati Uniti (21 trilioni), con il Giappone (5 trilioni) al terzo posto. Dati che tuttavia non riflettono le reali condizioni della popolazione.

La Cina in realtà resta un paese povero, nonostante la fenomenale crescita del Pil nominale osservata negli ultimi quattro decenni. Il Pil procapite nel 2019 è stato di 8.242 dollari, collocando il paese tra Montenegro (8.591) e Botswana (8.093). La situazione cambia poco anche prendendo a riferimento il Pil procapite a parità di potere d’acquisto – ovvero tiene conto del costo della vita – che si attesta a 16.804 dollari. Un valore che si posiziona al di sotto della media globale di 17.811 e pone la Cina all’86° posto al mondo, tra Suriname (17.256) e Bosnia-Erzegovina (16.289). Al contrario, negli Stati Uniti e nell’Ue arriva, rispettivamente, a 65.298 e 47.828.

C’è poi un altro punto nodale. L’attuale livello di disuguaglianza di reddito della Cina (misurato dal coefficiente di Gini) è simile a quello degli Stati Uniti e dell’India. Ma visto che i cinesi sono 1,4 miliardi, ciò implica che nella seconda economia al mondo ci siano ancora centinaia di milioni di cinesi poveri.

Come confermano persino i numeri comunicati dal governo: Pechino ha ammesso che 600 milioni di persone hanno un reddito mensile di appena 155 dollari. E, per chiudere il cerchio, il 75,6% di queste persone vive in zone rurali.

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