L’Italia raggiunge la Francia nel Pil pro capite: boom vero o illusione statistica?

Nel 2025 il Pil pro capite italiano ha raggiunto quello francese e ha dimezzato il divario con la Germania. Ma dietro il sorpasso ci sono dinamiche da non sottovalutare…

L’Italia raggiunge la Francia nel Pil pro capite: boom vero o illusione sta

Nel 2025 l’Italia ha raggiunto la Francia in termini di Pil pro capite a parità di potere d’acquisto, secondo le stime pubblicate dalla Commissione europea. Un traguardo che azzera un divario che solo cinque anni fa era superiore al 10%. Ancora più sorprendente è la riduzione della distanza con la Germania, scesa dal 24,3% al 13,9%. Ma a cosa è dovuto questo apparente “miracolo economico”?

Prezzi più bassi e aree periferiche decisive

Uno dei fattori chiave è il costo della vita più contenuto in molte zone del Paese. “In Italia, soprattutto al Sud e nei piccoli centri, i prezzi sono più bassi – spiega Carlo Altomonte della Bocconi – e questo si riflette sul potere d’acquisto medio, facendo salire il Pil pro capite senza una reale accelerazione della crescita economica”. L’Italia, insomma, “guadagna” in termini relativi grazie a un livello dei prezzi di beni e servizi inferiore rispetto ad altri grandi Paesi Ue.

Demografia: la variabile nascosta

Ma c’è un’altra dinamica che incide pesantemente sul Pil pro capite: il calo della popolazione. Con meno abitanti – soprattutto in età lavorativa – il dato “per testa” tende naturalmente ad aumentare. Il Pil si divide per un denominatore in calo, e così il valore cresce, ma questo non equivale a una maggiore ricchezza nazionale. Un dettaglio che cambia profondamente la lettura dei dati.

Il Pil per occupato: dove perdiamo terreno

Se si guarda al Pil per occupato – un indicatore più legato alla produttività – il quadro cambia: l’Italia è indietro rispetto a Francia e Germania. Negli ultimi vent’anni, questo indicatore è calato del 5,8% in Italia, mentre negli altri grandi Paesi Ue è cresciuto tra l’11% e il 12%. In pratica, produciamo meno ricchezza per lavoratore, nonostante una dinamica occupazionale simile a quella di Berlino e Parigi.

Bene, ma non benissimo

Il sorpasso sul Pil pro capite è senza dubbio un segnale positivo per l’Italia. Ma si tratta di un risultato figlio di dinamiche strutturali – come la denatalità e i prezzi bassi – più che di un reale slancio economico.

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