
Il presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac), Giuseppe Busìa, ha evidenziato nella relazione annuale al Parlamento che “continuano a presentarsi troppi casi di conflitti di interesse, piccoli e grandi, ma tutti capaci di minare la credibilità delle istituzioni”. Busìa ha sottolineato che l’abrogazione del reato di abuso d’ufficio non è stata compensata da un rafforzamento delle tutele amministrative, portando a un progressivo indebolimento delle garanzie sull’indipendenza dell’agire pubblico.
Affidamenti diretti: una pratica diffusa e preoccupante
Nel 2024, gli affidamenti diretti hanno rappresentato circa il 98% degli acquisti di servizi e forniture, con una preoccupante concentrazione tra i 135.000 e i 140.000 euro, soglia appena sotto i limiti di legge. Questo fenomeno, più che triplicato rispetto al 2021, espone gli amministratori onesti a indebite pressioni, poiché sotto i 140.000 euro non è obbligatorio ricorrere a gare pubbliche.
Ritardi nel PNRR e calo degli appalti pubblici
La relazione evidenzia ritardi nell’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), con una spesa inferiore al 30% delle risorse destinate in alcuni settori. Nel 2024, il valore degli appalti pubblici in Italia è stato di 271,8 miliardi di euro, registrando una flessione del 4,1% rispetto al 2023 e del 7,3% rispetto al 2022. Particolarmente rilevante è il calo del 38,9% degli appalti di lavori.
Sicurezza sul lavoro e parità di genere: criticità persistenti
Busìa ha denunciato un aumento del 43% delle annotazioni per violazioni sulla sicurezza sul lavoro nel 2024 rispetto al 2023, con un incremento dell’87% rispetto al 2022, soprattutto nei subappalti a cascata. Inoltre, nonostante il PNRR, le clausole specifiche per la parità di genere sono presenti in meno del 2% delle procedure, a causa di numerose eccezioni e della mancanza di incentivi culturali e aziendali.
Intelligenza artificiale e trasparenza negli appalti
Infine, il presidente dell’Anac ha sottolineato la necessità di garantire la trasparenza algoritmica nell’uso dell’intelligenza artificiale negli appalti pubblici. Attualmente, nella pubblica amministrazione manca una capacità adeguata di gestione, con il rischio di delegare inconsapevolmente decisioni pubbliche a privati, compromettendo la comprensibilità delle decisioni e la tutela di cittadini e imprese.