L'Iran detiene un tesoretto in Germania. Si tratta di 300 milioni di euro parcheggiati presso la Europaeisch-Iranische Handelsbank, una banca di proprietà dello Stato medio-orientale, ma registrata ad Amburgo e sotto il controllo della Bundesbank.
Secondo il quotidiano tedesco Bild, l'Iran vuole prelevare al più presto il denaro per evitare il potenziale congelamento dei conti a causa delle sanzioni imposte dagli Stati Uniti, che entreranno in vigore in agosto.
L'ambasciatore statunitense in Germania, Richard Grenell, ha spiegato che Donald Trump è "molto preoccupato" e ha invitato Berlino "a invertire rotta e fermare il piano". Inaspettatamente d’accordo con il presidente Usa è Bijan Djir-Sarai, deputato tedesco del partito dei Verdi, che ha invitato il governo a fare tutto quanto è in suo potere per bloccare il trasferimento, qualora ci fossero prove che i fondi possano essere utilizzati per finanziare attività terroristiche. Cosa non facile da dimostrare.
Un portavoce del ministero tedesco delle Finanze ha fatto sapere che si tratterebbe di uno dei trasferimenti di denaro più grandi mai registrati nella storia tedesca. Ma nulla sembra ancora deciso: il punto è se il trasferimento dei fondi costituisca o meno una violazione del blocco imposto da Washington.
Trump aveva annunciato il ritiro unilaterale di Washington dall'accordo nucleare iraniano l'8 maggio. Dopo un periodo di 90 giorni, che scade il 6 agosto, gli Usa ripristineranno le sanzioni limitatamente ad alcuni ambiti e solo dopo ulteriori 180 giorni, il 4 novembre, saranno inclusi tutti i settori, compreso il petrolio.
Il tempo stringe e la Germania è di fronte ad un dilemma: autorizzare lo spostamento dei capitali significa deteriorare le relazioni con gli Stati Uniti. Ma l’alternativa potrebbe essere forse peggiore: decretare il definitivo fallimento dell’accordo con l’Iran.