Le dichiarazioni a favore di telecamera questa volta arrivano prima del colloquio. Prescindono dai contenuti. Perché per la premier l’obiettivo era l’incontro in se: far sedere allo stesso tavolo, entro maggio - lo aveva promesso nei giorni della visita alla Casa Bianca - il vicepresidente Usa J D Vance e la presidente della commissione europea Ursula von der leyen. Con le cautele del caso, specificando che di dazi parla l’Ue, che l’Italia aspira solo a favorire il dialogo.
Le istantanee e l’attributo “bridge (ponte, ndr)” assegnato a Meloni da Vance sono funzionali soprattutto in chiave interna, a un recupero di immagine dopo le esclusioni scelte o subite dalle riunioni dei volenterosi a Kiev e a Tirana, dalle altre foto in San Pietro, quelle di Zelensky con Trump, Macron e Starmer in occasione dei funerali di papa Francesco.
I ringraziamenti di Von der Leyen e Vance da lanciare contro le opposizioni tutte che l’hanno attaccata nei giorni scorsi per lo scarso ruolo dell’Italia nelle partite internazionali ed europee. Soprattutto per l’Ucraina. E questo spiega la corsa di Fratelli d’Italia, parlamentari e ministri tutti (da Giuli a Urso) a evidenziare in rete questo trilaterale di quasi un’ora come grande successo della premier.