A Gaza si percepisce ostinazione nell’uccidere e la Russia persevera nella sua aggressione all’Ucraina: ciò rappresenta un macigno per l’intera Unione europea visto che molti Paesi paventano la possibilità che Mosca possa riversare i suoi appetiti anche su altri Paesi europei.
Nel giorno in cui il ministero degli esteri di Mosca stila una lista di personaggi “russofobi” e ne mette in cima il nome del presidente italiano, Sergio Mattarella non retrocede di un millimetro nelle sue preoccupazioni sulla guerra che sta devastando l’Ucraina da oltre tre anni.
“Prosegue, angosciosa, la postura aggressiva della Russia in Ucraina. Un macigno - spiega il capo dello Stato incontrando la stampa parlamentare - sulle prospettive del continente europeo e dei suoi giovani. E’ ben noto che i Paesi dell’Unione e della Nato che, insieme alla Russia, si affacciano sul Mar Baltico nutrono la grave preoccupazione, se non la convinzione che la Russia, dopo quella all’Ucraina, coltivi il proposito di altre, nuove iniziative di aggressione, a scapito della loro sicurezza se non addirittura della indipendenza di alcuni di essi”.
L’intervento del presidente è lungo ed articolato ed è pronunciato nella cerimonia del Ventaglio, una tradizione di incontro con i giornalisti che risale al 1893. Ma archiviato il dossier russo il presidente entra nel vivo dei suoi pensieri e passa ad analizzare la situazione in Medio Oriente. Non ci sono ambiguità o prudenze diplomatiche nelle parole di Mattarella sulla tragedia di Gaza e, quindi, sulle responsabilità del governo Netanyahu.
“Si è parlato di errori anche nell’avere sparato su ambulanze e ucciso medici e infermieri che recavano soccorso a feriti, nell’aver preso a bersaglio e ucciso bambini assetati in fila per avere acqua, per l’uccisione di tante persone affamate in fila per ottenere cibo, per la distruzione di ospedali uccidendo anche bambini ricoverati per denutrizione”, è la premessa. Quindi la conclusione: “E’ difficile, in una catena simile, vedere una involontaria ripetizione di errori e non ravvisarvi l’ostinazione a uccidere indiscriminatamente. Una condizione raffigurata, in maniera emblematica, dal bambino accolto con sua madre in un ospedale italiano, dopo aver perduto il padre e nove fratelli - tutti bambini - nel bombardamento della sua casa”.