È una tempesta di fuoco quella che accompagna le delegazioni di Mosca e Kiev in rotta verso Istanbul, dove è previsto un nuovo round di colloqui per arrivare alla pace dopo tre anni di conflitto.
Missili, droni, atti di sabotaggio e un complesso e micidiale attacco degli 007 ucraini contro alcuni aeroporti militari russi hanno segnato le ultime ore di battaglia, che sembra infuocarsi e continua a mietere vittime.
Nell’operazione contro gli scali russi a migliaia di chilometri dal fronte, sono stati distrutti 40 bombardieri, rivendica l’intelligence ucraina quantificando i danni in “oltre due miliardi di dollari”.
Mosca ha dovuto ammettere che “alcuni aerei” sono stati colpiti da uno sciame di droni - armati di esplosivo, nascosti sotto alle tettoie di moduli di case prefabbricate in legno e caricati a bordo di camion poi arrivati in Russia in prossimità dei bersagli - in particolare negli aeroporti delle regioni di Irkutsk, nella Siberia centrale a oltre 8mila chilometri dalla capitale russa, e Murmansk, nel remoto nordovest russo a due passi dal confine finlandese.
“Un risultato assolutamente brillante. Un anno, 6 mesi e 9 giorni dall’inizio della pianificazione all’esecuzione. La nostra operazione a più lungo raggio. Il nostro personale impegnato nella preparazione è stato ritirato in tempo dal territorio russo”. Lo scrive su X Volodymyr Zelensky dopo l’attacco.
Mosca deve poi fare i conti con due sabotaggi: un ponte stradale è esploso nella regione di Bryansk, collassando su una ferrovia e causando il deragliamento di un treno. Almeno 7 i morti, oltre 70 i feriti. Un altro convoglio, un treno merci senza passeggeri, è deragliato nel Kursk mentre passava su un ponte ferroviario saltato in aria.
Sull’altro fronte, Kiev ha denunciato il più grande attacco di droni russi dall’inizio della guerra nel febbraio 2022.