Camporini: “Ottimistico pensare che non saremo attaccati”

L'ex capo di Stato maggiore di Difesa e Aeronautica: “Italia in difficoltà? Vale per tutta l’Europa. Abbiamo 95 mila soldati e al fronte potremmo schierarne 15-20 mila per volta. I britannici ne hanno 70 mila. E i russi 600 mila”

Il generale Camporini: “Ottimistico pensare che non saremo attaccati”
Vincenzo Camporini

Dopo la cruda constatazione del ministro della Difesa Guido Crosetto sulle potenzialità militari interne delle nostre forze armate (“Non siamo pronti né ad un attacco russo né ad un attacco di un’altra nazione, abbiamo il compito di mettere questo Paese nella condizione di difendersi se qualche pazzo decidesse di attaccarci: non dico Putin, dico chiunque”, ha spiegato qualche giorno fa), il generale Vincenzo Camporini, già capo di Stato maggiore della Difesa e dell’Aeronautica, esperto di geopolitica, conferma al Corriere della Sera un quadro grigio.

Quella del ministro è stata una provocazione?

“Penso che giustamente il responsabile della Difesa nazionale debba dire apertamente quali sono le criticità e le necessità da colmare. È inutile nascondersi, lo scenario è quello descritto”.

L’Italia è in grado di difendersi da un blitz di droni russi come in Polonia?

“Sì, ma non da sola. Anche se non sarebbe una difesa improvvisata ma il frutto di continue esercitazioni con i Paesi alleati”.

Quali sono le forze che oggi l’Italia potrebbe schierare per la Difesa nazionale?

“L’Esercito è sotto organico: ha 95 mila uomini e donne, un terzo dei quali con compiti logistici-addestrativi. Ne restano circa 60mila ma che in caso di combattimento dovrebbero ruotare almeno su base quattro o cinque per poter usufruire di periodi di riposo e addestramento: quindi diciamo circa 12-15 mila soldati al fronte per volta. I russi ne hanno 600 mila. I britannici, accreditati come i più pronti a scendere in campo, sono 70 mila”.

Meno di noi. E i carri armati? Gli aerei? La Marina?

“Per anni, senza giustificazioni, abbiamo rinunciato ai mezzi corazzati. L’Aeronautica è messa meglio, ma servono più Eurofighter ed F35: per fabbricarli ci vogliono anni. La Marina ha una flotta di tutto rispetto con problemi di organico. E poi mancano le munizioni: va incrementata la produzione. La Russia fabbrica 4 milioni di proiettili d’artiglieria all’anno, noi tutti insieme uno”.

Il ritorno alla leva obbligatoria è una soluzione?

“No, costa troppo sia in termini di addestramento sia di strutture che dovrebbero essere adeguate allo scopo. Però bisogna fare qualcosa perché ci sono difficoltà a coprire i posti messi a bando nelle forze armate. Tempo fa ho proposto di aprire le caserme agli stranieri con permesso di soggiorno”.

Guardando anche al fronte Sud?

“Che non è uno scherzo. I russi hanno spostato in Cirenaica la base aerea e navale sfrattata dalla Siria. Ce li abbiamo davanti, siamo a portata dei bombardieri Sukhoi. Pensare che non ci attaccheranno mai è una visione ottimistica”.

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