
Dopo mesi di ambiguità nei confronti del Cremlino, Donald Trump ha annunciato che intende parlare con Xi Jinping per “mettere fine alla guerra in Ucraina”. “Credo che sarà molto ricettivo — ha dichiarato — Xi ha una grande influenza su Putin”. Un passaggio che segna un netto cambio di strategia: l’uomo che fino a poche settimane fa parlava di “intese possibili” con Mosca, ora guarda a Pechino come nuovo intermediario globale.
Sanzioni record contro Rosneft e Lukoil
Nello stesso giorno in cui ha evocato il dialogo con Xi, Trump ha cancellato un incontro previsto con Putin e firmato un pacchetto di sanzioni contro la Russia. Nel mirino finiscono i giganti energetici Rosneft e Lukoil, accusati di finanziare “una guerra insensata”. “Era il momento giusto per agire”, ha spiegato il presidente dallo Studio Ovale, affiancato dal segretario generale della NATO Mark Rutte. Il segretario al Tesoro, Scott Bessent, ha parlato di “uno dei pacchetti più pesanti mai imposti” e ha invitato i Paesi del G7 e l’Unione Europea ad allinearsi alla decisione statunitense.
Zelensky allineato a Trump, ma la pace resta lontana
A sorpresa, anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sembra essersi avvicinato alla linea del tycoon, condividendo l’idea di congelare il conflitto sulle attuali linee del fronte. Una proposta che, fino a pochi mesi fa, Kiev considerava “inaccettabile”. Eppure, mentre gli Stati Uniti cercano una via negoziale con la sponda cinese, Putin resta irremovibile sui suoi obiettivi militari.
Il Wall Street Journal riporta che, di fronte all’ostinazione del Cremlino, Washington avrebbe autorizzato Kiev a utilizzare missili a lungo raggio come gli Storm Shadow britannici. Ma Trump ha smentito: “Fake news. Gli Stati Uniti non hanno nulla a che fare con quei missili né con quale modalità l’Ucraina li usa”.
Strategia o calcolo politico?
L’apertura verso Pechino arriva mentre l’amministrazione Trump cerca di rafforzare la propria immagine internazionale e di distinguersi dal pragmatismo filo-russo dei primi mesi di mandato.
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