
L’Unione Europea ha approvato formalmente il diciannovesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia, con una procedura scritta conclusa senza obiezioni. A confermarlo è la presidenza danese dell’Ue, che ha parlato di “un grande giorno per l’Europa e per l’Ucraina”.
Le nuove misure colpiscono in particolare l’export di gas naturale liquefatto (Gnl), cuore dell’economia russa, e introducono restrizioni ai movimenti dei diplomatici di Mosca all’interno dell’Ue.
Gli Stati Uniti colpiscono duro
In parallelo, l’amministrazione di Donald Trump ha annunciato pesanti sanzioni contro Rosneft e Lukoil, accusando Vladimir Putin di “rifiutarsi di mettere fine a una guerra senza senso”.
Il petrolio vola sui mercati
Le nuove misure hanno avuto un effetto immediato sui mercati energetici. Il WTI è balzato del +4,3% a 60,97 dollari al barile, mentre il Brent ha guadagnato +4,2% a 65,23 dollari.
Gli analisti segnalano che la stretta occidentale sul petrolio russo potrebbe spingere i prezzi verso nuovi record se Mosca dovesse ridurre ulteriormente l’offerta.
“Le sanzioni funzionano”
Il ministro degli Esteri ucraino Andrii Sybiha ha commentato sui social: “La pressione delle sanzioni resta fondamentale per difendere il diritto internazionale. Le nuove misure avvicinano la pace”.
Dichiarazioni in linea con quelle dell’alto rappresentante Ue Kaja Kallas, secondo cui “per Putin è sempre più difficile finanziare questa guerra”.
Von der Leyen: “Colpito il cuore dell’economia di guerra russa”
La presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha sottolineato che, per la prima volta, le sanzioni toccano il settore del gas russo. “Non cederemo finché il popolo ucraino non avrà una pace giusta e duratura”, ha dichiarato. Sulla stessa linea la presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola, che ha definito il pacchetto “un passo decisivo verso l’abbandono dei combustibili fossili russi”.