
La legge approvata in 24 ore dal Parlamento ucraino e firmata da Zelensky ha infiammato l’opinione pubblica: la riforma sottomette gli uffici anti-corruzione all’esecutivo, indebolendo l’autonomia degli organismi che indagano su politici e alti funzionari. La reazione? Folle in piazza e stampa locale contro il presidente: “Ci ha traditi”.
Mobilitazione in tutto il Paese
Da Kiev a Leopoli, da Odessa a Dnipro, giovani, donne e anziani sono scesi in piazza per chiedere il rispetto della Costituzione e del percorso europeo. “Zelensky sta scegliendo di minare le istituzioni democratiche nel tentativo di consolidare il proprio potere”, denuncia il Kyiv Independent. E c’è un dettaglio che pesa: le agenzie anti-corruzione avevano appena indagato su un suo stretto alleato.
Il sogno europeo in bilico
L’integrazione europea è a rischio. Von der Leyen ha chiesto chiarimenti immediati, mentre Praga avverte: “Il sostegno Ue non è un assegno in bianco”. Anche Berlino si mostra inquieta, nonostante continui il supporto militare. Zelensky rassicura Bruxelles, ma non fa alcun passo indietro sulla legge contestata.
Cosa resta oggi
Zelensky va avanti per la sua strada, mentre la spaccatura interna si allarga e l’Unione europea osserva con crescente preoccupazione. Il rischio? Un’Ucraina sempre più lontana dall’Europa, proprio mentre combatte per tentare di farne parte.