Il vicecapo del politburo di Hamas, Saleh al-Arouri, è stato ucciso in un attacco israeliano nel sobborgo di Beirut: era il vice capo del direttivo di Hamas, secondo solo a Ismail Haniyeh, e capo della divisione operazioni in Cisgiordania.
Era considerato figura potente e influente nell’organizzazione, soprattutto per i suoi tentativi di costituire un battaglione militante nella West Bank e anche perché viveva a Beirut dove era in stretto contatto con il segretario generale di Hezbollah Hassan Nasrallah.
Gli Stati Uniti hanno dichiarato al-Arouri terrorista globale nel settembre 2015, bloccando tutte le sue proprietà e i suoi interessi soggetti a giurisdizione americana e proibendo ai cittadini americani qualsiasi transazione con lui. Nel 2018 gli Stati Uniti hanno annunciato una taglia di cinque milioni per chi avrebbe provveduto a dare informazioni su di lui.
Poi il Dipartimento di Stato Usa ha fatto sapere che al Arouri stava lavorando con il potente Qassem Soleimani, capo della Forza Quds dei Guardiani della Rivoluzione iraniani, che è stato ucciso in un’operazione americana nel 2020.
A questo punto, l’attenzione si concentra su Hezbollah: cosa farà? Reagirà contro Israele? E sullo sfondo resta il rischio di uno scontro diretto tra Iran e Stati Uniti.