Netanyahu: “Nessuno ci fermerà”

Medio Oriente, 100 giorni di guerra

Netanyahu: “Nessuno ci fermerà”

La contabilità dei numeri parla chiaro: sono già cento i giorni di guerra tra Hamas e Israele a Gaza. Cominciato con il massacro nei kibbutz del 7 ottobre, il conflitto non ha al momento in vista alcuna tregua possibile.

D’altronde, Benyamin Netanyahu è chiaro: “Nessuno ci fermerà, nemmeno L’Aja o l’asse del male” e Israele non scenderà a “compromessi” (come un cessate il fuoco) se non con la “vittoria totale” nella battaglia contro Hamas.

Il premier ha ammonito che la guerra continuerà finché non saranno raggiunti “tutti gli obiettivi” e, infatti, i raid continuano pesanti sulla striscia (secondo Hamas, sono stati registrati oltre 23mila morti).

Nonostante le trattative, sponsorizzate da Qatar, Egitto e Usa, dopo la pausa umanitaria della fine di novembre e ben 4 trasferte diplomatiche del segretario di stato Antony Blinken nella regione, i negoziati appaiono in stallo e riguardano il destino degli ostaggi nelle mani di Hamas e anche quello della Striscia alla fine della guerra, con l’America in ufficiale disaccordo con Israele.

In 100 giorni il conflitto si è allargato nel nord di Israele, dove dal Libano gli Hezbollah e l’esercito israeliano continuano a lanciare razzi, e ora al Mar Rosso con gli assalti alle navi israeliane, e non solo, da parte degli Houthi dello Yemen, alleati dell’Iran come gli Hezbollah, con missili lanciati verso la città di Eilat, punta meridionale di Israele.

Troppo per Stati Uniti e Regno Unito che dalla notte di venerdì hanno cominciato a bombardare le basi missilistiche degli Houthi nel paese della Penisola arabica. 

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