Alla ricerca dell’Angela custode dell’Ue

L’ex premier francese Manuel Valls: “Il futuro dell’Europa passerà da Francia e Italia”

Alla ricerca dell’Angela custode dell’Ue

“Nella lunga transizione politica che si è aperta in Germania, Francia e Italia hanno un ruolo cruciale da giocare”. Dopo il big bang provocato dal voto tedesco, l’ex premier socialista Manuel Valls si dice convinto – in un’intervista a Repubblica - che nei prossimi mesi il futuro dell’Europa passerà da Parigi e Roma. “Il post-Merkel comincia con un vuoto nella leadership europea”, argomenta Valls.

Ma chi riempirà questo vuoto? Il punto è che comincia ora a Berlino una trattativa per la formazione del nuovo governo (al momento l’unica cosa ad apparire abbastanza chiara è che l’ingrediente imprescindibile di ogni insalata governativa sarà il verde) che durerà probabilmente mesi con il rischio di congelare le scelte europee su Difesa, immigrazione e patto di stabilità. Ecco perché per mesi Mario Draghi ha investito energie per costruire con Emmanuel Macron un nuovo asse italo-francese. E adesso che l'uscita di scena di Merkel rischia di generare un lungo stallo a Berlino, il premier si prepara a consolidare il rapporto con Parigi per “salvare” le riforme programmate negli ultimi mesi.

Nel frattempo, la figura della cancelliera continuerà a lungo a esercitare il suo potere come ineludibile termine di paragone, come campione della stabilità e come esempio della capacità di affrontare i momenti di crisi senza sbandamenti e senza strappi, di conservare lo stato di cose esistente senza irrigidirlo. Non per caso, nei giorni scorsi, il probabile prossimo capo del governo tedesco, Olaf Scholz, aveva detto di essere pronto a essere “la prossima cancelliera”.

In realtà, Angela Merkel (che tuttavia non ha saputo offrire al suo paese una visione di lungo periodo nonostante i sedici anni passati al timone dell’esecutivo tedesco) e il suo sistema pragmatico di impedire la conflagrazione degli interessi attraverso lo schema stantio della Grande coalizione esce di scena senza eredi convintamente designati e probabilmente quale che sia la formula di governo che scaturirà dall’alchimia dei colori non andrà alla ricerca di grandi cambiamenti.

Anche perché sotto il segno della prudenza e della stabilità, il cambiamento c’è già stato durante l’ultimo mandato della cancelliera. La Germania dopo il susseguirsi delle crisi e l’esperienza della pandemia è cambiata abbastanza entro i limiti che il credo ordoliberista può consentire (basti pensare al Recovery Fund e al primo passo dell’Ue verso una forma di debito comune). Ecco allora che il “nuovo” è firmato Angela Merkel. Cosicché ai successori toccherà recitare, per ora, la parte degli epigoni.

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