Argentina, Milei: “Non ci sono soldi. Subito riforme shock”. Nel nuovo governo 5 ministri “italiani”

La verità per il leader argentino è che il drastico programma di riordinamento economico e fiscale che vuole portare avanti “avrà un impatto negativo sull’attività, sull’occupazione, sui salari reali e sulla quantità di poveri e indigenti”

Milei: “Non ci sono soldi. Subito riforme shock”
Javier Milei

“I soldi non ci sono. Quindi non c’è alternativa all’aggiustamento e a una politica di shock”, ha avvertito il neo presidente argentino Javier Milei. Il leader ultraliberista ha chiarito, durante il suo giuramento, che per il Paese non c’è redenzione possibile senza sacrifici. “La sfida è enorme, ma preferisco dire una verità scomoda piuttosto che una menzogna confortante”, ha detto.

E la verità per il leader argentino è che il drastico programma di riordinamento economico e fiscale che vuole portare avanti “avrà un impatto negativo sull’attività, sull’occupazione, sui salari reali e sulla quantità di poveri e indigenti”. Un panorama - ha sottolineato - “non dissimile da quello attraversato negli ultimi 12 anni, dove il Pil pro capite è sceso del 15 per cento con un’inflazione accumulata del 5000 per cento”. Ora i prezzi al consumo salgono al ritmo annuo del 140 per cento.

Il presidente ha parlato quindi di “un nuovo contratto sociale” basato sui principi del liberismo e che prevede “un Paese in cui lo Stato non diriga le nostre vite ma che protegga i nostri diritti” e le cui istituzioni fondamentali sono “la proprietà privata, il libero mercato, la libera competenza, la divisione del lavoro e la cooperazione sociale”.

La cerimonia di insediamento e la lista di invitati internazionali ha fornito anche una prima istantanea di quale sarà l’orientamento del nuovo governo in materia di politica estera. La presenza del leader ucraino Volodymyr Zelensky segna una svolta rispetto all’orientamento del precedente esecutivo di Alberto Fernandez, mai deciso nel sostenere Kiev contro l’invasione russa.

Milei ha ribadito in più di un’occasione che i suoi riferimenti geopolitici sono gli Stati Uniti e Israele, così come in generale le democrazie occidentali. Una posizione sottolineata anche dal ministro dell’Università italiano Anna Maria Bernini, a Buenos Aires in rappresentanza del governo di Giorgia Meloni. A proposito del Bel Paese, cinque su nove ministri del nuovo governo sono di origine italiane. L’Argentina è infatti il paese che ospita la più estesa comunità di italiani all’estero.

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