Brexit, il pentimento di Londra. Ora tenta di riscrivere gli accordi sull’Irlanda Nord. L’Ue dice di no

Il protocollo prevede controlli sulle merci in arrivo dalla Gran Bretagna. Secondo il ministro per la Brexit, David Frost, non sta andando come il governo britannico si aspettava e ci sono “pesi insostenibili”

Londra tenta di riscrivere gli accordi sull’Irlanda Nord. L’Ue dice di no

Il Regno Unito ha chiesto all’Ue una moratoria temporanea all’applicazione degli accordi commerciali post-Brexit sull’Irlanda del Nord, per negoziare “cambiamenti significativi” alle misure che stanno creando tensioni e problemi nella regione.

La questione riapre il braccio di ferro con Bruxelles da dove è arrivato subito un chiaro ‘no’ alla proposta britannica. “Non accetteremo una rinegoziazione”, ha avvertito il vice presidente della Commissione europea, Maros Sefcovic.

Introdotto a inizio anno, come parte del più ampio piano di accordi post-Brexit sostenuto dal premier Boris Johnson, il Protocollo prevede controlli sulle merci in arrivo dalla Gran Bretagna continentale, per evitare una frontiera fisica tra la Repubblica d’Irlanda e l’Irlanda del Nord, di fatto mantenendo Belfast nel mercato unico europeo.

L’Irlanda del Nord (che ha visto tre decenni di conflitto concluso nel 1998 con l'Accordo di pace del Venerdì Santo) è stata scossa dal ritorno della violenza negli ultimi mesi, in parte contro il Protocollo. Il mondo del business nordirlandese sostiene che l’intesa sta danneggiando il commercio e alcuni gruppi unionisti filo-britannici hanno denunciato di sentirsi traditi per l’indebolimento dei legami con il Regno Unito.

La Gran Bretagna ha esortato l’Ue a interrompere gli ampi controlli messi in atto e a concentrarsi maggiormente sulle merci “realmente” a rischio di entrare nel suo mercato unico attraverso l’Irlanda del Nord. Londra ha chiesto anche la rimozione di ogni ruolo di vigilanza da parte della Corte di Giustizia europea.

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