
Cinque anni dopo l’addio imposto dalla Brexit, il Regno Unito rientra ufficialmente nel programma Erasmus+. L’accordo è stato siglato tra il governo laburista guidato da Keir Starmer e l’Unione europea, come certifica un comunicato congiunto di Londra e Bruxelles. Il rientro diventerà operativo a partire dal 2027.
Un segnale (anche) politico
Il ritorno a Erasmus non è solo una scelta per studenti e università: rappresenta uno dei segnali più evidenti del riavvicinamento politico post-Brexit tra Regno Unito e Ue. L’intesa si inserisce in una strategia più ampia di rilancio delle relazioni bilaterali, avviata dal nuovo esecutivo laburista dopo anni di tensioni con i governi conservatori.
Starmer punta sui giovani
“L’adesione a Erasmus+ è una vittoria per i nostri giovani” e “rimuove gli ostacoli che limitavano le opportunità di studio all’estero, indipendentemente dall’origine sociale”, ha dichiarato Nick Thomas-Symonds, ministro britannico per le relazioni con l’Ue. Un messaggio che ribadisce la centralità della mobilità educativa nella nuova agenda britannica.
Von der Leyen
Soddisfazione anche da Bruxelles. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha sottolineato come il ritorno del Regno Unito “apra la strada a nuove esperienze condivise e ad amicizie durature”, rilanciando il valore simbolico e culturale del programma Erasmus nel progetto europeo.
Perché Londra aveva lasciato Erasmus
L’uscita dal programma, decisa nel dicembre 2020 dal governo di Boris Johnson, era stata motivata dai costi considerati sproporzionati. Nell’ultimo anno di partecipazione, il Regno Unito aveva infatti accolto oltre 55.000 studenti europei, inviandone meno di 10.000 nel resto del continente. In sostituzione era nato il Programma Turing, uno schema autonomo che però non ha mai davvero raggiunto la stessa efficacia e attrattività.
Quanto costerà il rientro
Il contributo britannico al programma Erasmus per l’anno accademico 2027-2028 ammonterà a 570 milioni di sterline (circa 650 milioni di euro). L’intesa dovrà ora essere formalmente approvata dai 27 Stati membri dell’Ue, ma l’iter politico appare ormai tracciato.
Non un ritorno all’Ue, ma un passo avanti
Il governo Starmer chiarisce che il rientro in Erasmus non implica una revisione della Brexit né un ritorno al mercato unico o all’unione doganale. Ma è un tassello chiave di quel “nuovo partenariato strategico” che Londra e Bruxelles stanno costruendo, e che include anche l’avvio di negoziati sul mercato europeo dell’elettricità.
Erasmus come simbolo del nuovo corso
Con oltre 1,5 milioni di studenti coinvolti ogni anno, Erasmus resta uno dei programmi più iconici dell’Unione europea. Il ritorno del Regno Unito rafforza il progetto e rilancia il ruolo dell’istruzione come ponte politico e culturale, in un’Europa che cerca nuove forme di cooperazione dopo le fratture degli ultimi anni.






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