La flotta russa attraversa il Canale di Sicilia e va verso il Mar Nero. L’altro fronte della crisi ucraina

Gli aerei della Nato spiano le sei navi di Mosca partite dal Baltico

La flotta russa attraversa il Canale di Sicilia

Dopo aver attraversato per sedici giorni i mari tempestosi di un gennaio (meteorologicamente) difficile, salpando dal profondo Nord, va dritta verso l’obiettivo. La flotta da sbarco russa ha varcato Gibilterra e, attraversando il canale di Sicilia, si dirige verso il Mar Nero. Sono sei navi, costruite per portare direttamente sulla spiaggia carri armati e fanti: sono in grado di creare una testa di ponte con 60 tank e 1.500 soldati.

Lo Stato Maggiore della Difesa italiana precisa che “la formazione sta effettuando un transito in acque internazionali e non viola la sovranità degli Stati rivieraschi. La Nato sta seguendo la navigazione del gruppo navale sin dalla partenza, avvenuta a metà gennaio dai porti di Severomorsk (Flotta del Nord) e da Baltijsk (Flotta del Baltico), e continuerà a monitorarne il transito. Né le Forze Nato e né la formazione navale russa hanno posto in essere comportamenti o volontà escalatorie”.

In realtà si tratta di un passaggio ampiamente previsto (quello nel Canale di Sicilia). La flotta, partita dal Baltico, si appresta a prendere parte a esercitazioni militari che coinvolgeranno anche una trentina di navi salpate dal mare di Barents, nel Circolo polare artico, e circa venti vascelli che si trovano ancorati al porto di Sebastopoli.

Il Cremlino aveva annunciato, lo scorso 20 gennaio, la mobilitazione dell’intera flotta da guerra per esercitazioni destinate a coinvolgere 140 navi dislocate tra il Mediterraneo, l’Artico e il Pacifico. Così Mosca vuole sciorinare l’ennesima manifestazione di forza, come già avvenuto nelle scorse settimane quando ha accumulato mezzi e soldati lungo la frontiera ucraina. In questo modo Mosca tenta di mettere pressione sull’Alleanza Atlantica, impegnata da tempo in un braccio di ferro volto a determinare il futuro assetto dell’Ucraina.

Una pressione che trova tuttavia i partner della Nato divisi sulla risposta da dare al Cremlino e poco inclini a un conflitto militare. Il segretario dell’Alleanza Atlantica, Jans Stoltenberg, ha annunciato che l’organizzazione non dislocherà truppe in Ucraina in caso di invasione da parte della Russia.

La Nato, in effetti, non dispone di una chiara strategia. Allo stesso tempo, nel Mar Nero, Romania, Bulgaria e Turchia non sono state in grado di creare un sistema di deterrenza congiunto, capace di tutelare anche gli interessi ucraini e georgiani. La superiorità navale di Mosca in quel quadrante è evidente.

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