
Un generale dell’esercito russo è stato ucciso il 22 dicembre in un attentato con autobomba nel sud di Mosca. A confermarlo è stato il Comitato investigativo russo, che ha aperto un’inchiesta per omicidio e sta valutando un possibile collegamento con i servizi di sicurezza ucraini.
Chi era Fanil Sarvarov
La vittima è Fanil Sarvarov, 56 anni, capo del dipartimento di addestramento operativo dello Stato maggiore russo. Militare di carriera nato negli Urali, Sarvarov aveva partecipato alla guerra in Cecenia, all’intervento russo in Siria nel 2015-2016 e all’invasione dell’Ucraina iniziata nel 2022.
L’ombra dei servizi ucraini
Secondo le autorità russe, una delle piste principali dell’indagine riguarda un possibile coinvolgimento dei servizi speciali di Kiev. Al momento, tuttavia, l’Ucraina non ha rilasciato alcun commento ufficiale sull’uccisione del generale.
Una lunga scia di attentati mirati
L’attentato si inserisce in una serie di operazioni simili che hanno colpito figure chiave dell’apparato militare e politico russo. Nell’aprile scorso, il generale Yaroslav Moskalik, vicecapo della direzione operativa dello Stato maggiore, era stato ucciso vicino a Mosca in un’esplosione analoga. Nel dicembre 2024, il comandante delle forze di difesa radiologica, chimica e biologica Igor Kirillov era morto nell’esplosione di uno scooter elettrico imbottito di esplosivo, attentato poi rivendicato dai servizi ucraini.
Dal fronte ucraino a Mosca
Dal 2022, bombe e attentati hanno colpito anche funzionari locali nominati da Mosca nei territori occupati e sostenitori dell’invasione. Tra i casi più noti, l’uccisione di Daria Dugina, figlia dell’ideologo ultranazionalista Alexander Dugin, e quella del blogger militare Maxim Fomine, morto a San Pietroburgo nel 2023.
Diplomazia fragile, tensione altissima
L’omicidio del 22 dicembre arriva in un momento delicato sul piano diplomatico. Proseguono infatti i tentativi di mediazione per porre fine a quasi quattro anni di guerra tra Russia e Ucraina, con incontri separati tra delegazioni russe, ucraine e statunitensi negli Stati Uniti. Nonostante toni cautamente positivi, una svolta appare ancora lontana.








