
Una svolta storica per l’industria statunitense: US Steel, un tempo la più grande azienda degli Usa e simbolo della potenza industriale del Paese, è stata acquistata al 100% da Nippon Steel, gigante siderurgico giapponese. L’accordo, annunciato inizialmente nel dicembre 2023, è stato finalizzato a 55 dollari per azione, per un valore complessivo di 14,1 miliardi di dollari.
Sede a Pittsburgh, ma occhi su Washington
Nonostante il passaggio di proprietà, US Steel manterrà il suo nome e la sede storica a Pittsburgh, Pennsylvania. Ma c’è di più: il governo Usa ha ottenuto poteri speciali di supervisione. Il presidente Donald Trump avrà diritto di veto su decisioni critiche come chiusura di impianti, riduzione della produzione o licenziamenti.
Tra protezionismo e compromessi
L’accordo non è passato senza polemiche. Joe Biden lo aveva bloccato nelle ultime settimane della sua presidenza per ragioni di sicurezza nazionale. Anche Trump inizialmente si era detto contrario. Tuttavia, dopo l’insediamento alla Casa Bianca, l’ex tycoon ha dato il via libera, dopo che Nippon ha promesso investimenti negli stabilimenti americani per un totale di 14 miliardi di dollari. L’accordo formale ne prevede 11 entro il 2028.
Dall’apice all’oblio: l’ascesa e il declino di US Steel
Fondata nel 1901, US Steel è stata la prima azienda al mondo a valere 1 miliardo di dollari. Per decenni ha rappresentato la spina dorsale dell’economia Usa, fornendo acciaio per auto, grattacieli, infrastrutture e armamenti durante la Seconda Guerra Mondiale. Ma la globalizzazione, la concorrenza estera e il declino manifatturiero l’hanno ridimensionata profondamente. Oggi impiega ‘appena’ 14.000 lavoratori e non è più nemmeno la maggiore acciaieria statunitense. Il destino di US Steel segna così la fine di un’epoca per il ‘made in Usa’.