
Berlino si prepara a un nuovo tipo di battaglia: quella finanziaria. Il colosso Knds – nato dall’unione tra la tedesca Krauss-Maffei-Wegmann e la francese Nexter – ha annunciato l’intenzione di quotarsi in Borsa entro la primavera del 2026, con una valutazione che potrebbe sfiorare i 20 miliardi di euro.
Il gruppo, produttore dei celebri Leopard, i tank simbolo della difesa NATO, ha chiuso il 2024 con 3,8 miliardi di ricavi ma con prospettive di crescita esplosive grazie alle nuove commesse legate al piano di riarmo voluto dal cancelliere Friedrich Merz.
Lo Stato tedesco pronto a entrare tra gli azionisti
Secondo indiscrezioni da Berlino, il governo tedesco entrerà nel capitale di Knds non appena verranno collocate tra il 20 e il 30% delle quote sul mercato. Un segnale chiaro: la Germania vuole ancorare alla propria industria militare una strategia nazionale e consolidare la sua leadership nel settore della difesa europea.
La mossa segue il nuovo paradigma tedesco del “riarmo senza limiti di bilancio”, con 40 miliardi di euro aggiuntivi per la Bundeswehr e oltre 4.000 mezzi terrestri in programma tra carri Leopard, cingolati Boxer e artiglieria.
L’Italia dice no ai Leopard: nasce il “carro autarchico”
Mentre Berlino corre, Roma sceglie una strada solitaria. Dopo un’iniziale decisione di acquistare Leopard 2 e Boxer, il governo italiano ha invertito la rotta, puntando su un carro armato nazionale sviluppato da Leonardo e Rheinmetall (con partecipazione 60/40).
Un progetto ambizioso ma rischioso visto che l’Italia, così facendo, resta fuori dal programma europeo MGCS, che mira a creare il “carro del futuro” franco-tedesco. Una scelta che alcuni addetti ai lavori definiscono “controtempo strategico”, in un’epoca in cui la guerra in Ucraina ha mostrato l’importanza della standardizzazione militare tra gli alleati NATO.
L’effetto Knds: la nuova corsa europea agli armamenti
Knds ha già ampliato le sue linee produttive a Kassel e Görlitz, con l’obiettivo di quadruplicare la produzione entro il 2028. Il gruppo punta a costruire carri come si assemblano automobili, accelerando la militarizzazione industriale del continente.
Un top manager tedesco ha riassunto la svolta così: “È una rivoluzione silenziosa: la Germania sta riscrivendo le regole della sua industria dalla fine della Guerra Fredda”.
L’Europa si prepara dunque a una nuova era dell’economia della difesa, dove i mercati finanziari diventano anch’essi ‘campi di battaglia’.