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All’inizio degli anni ’40, la Germania nazista aveva tutte le carte in regola per sviluppare la prima bomba atomica: i migliori scienziati, risorse industriali, uranio e acqua pesante. Eppure, non lo fece. Werner Heisenberg e Friedrich von Weizsäcker, tra i massimi fisici tedeschi, rassicurarono più volte Berlino: costruire un’arma nucleare in tempi utili per vincere la guerra era impossibile. La bomba infatti, nonostante il colossale sforzo americano, è stata costruita mesi dopo la capitolazione delle Germania, quando la terribile sfida che ha portato a 70 milioni di morti era decisa.
L’errore degli scienziati americani
Negli Stati Uniti, al contrario, prevalse la convinzione opposta. Convinti che Hitler fosse vicino a ottenere l’atomica, fisici come Einstein, Teller e Szilard spinsero con forza per accelerare la ricerca. Così nacque il Progetto Manhattan, sostenuto da ingenti fondi pubblici.
In realtà, i tedeschi non stavano affatto lavorando a una bomba: la minaccia era stata sopravvalutata. Non vi è alcun dubbio, a giudicare dalla produzione intellettuale dei fisici teorici tedeschi durante la guerra - tutta concentrata su altre questioni -, che non vi era alcuna vera passione in loro per la costruzione della bomba. Il timore per la bomba di Hitler era infondato.
Un’eredità di paura
Il risultato fu che l’atomica venne realizzata dagli Usa solo dopo la resa tedesca, segnando l’inizio di un’era fondata sulla deterrenza nucleare e la paura reciproca. Una spirale che ancora oggi alimenta conflitti e riarmi. L’Europa si arma perché ha paura della Russia. La Russia invade l’Ucraina perché ha paura della Nato. Israele bombarda Teheran perché ha paura che Teheran abbia la bomba atomica. Teheran vuole la bomba perché ha paura di essere bombardato da Israele e dagli americani. Il Giappone si sta riarmando perché ha paura della Cina. La Cina si sta armando perché ha paura di essere stritolata militarmente dall’America. E così via in un circolo vizioso globale.
Se, invece, gli scienziati negli Stati Uniti non fossero stati presi dal panico e avessero aspettato, se non avessero sbagliato a immaginare cosa stava succedendo in Germania, se la ricerca si fosse sviluppata in un momento di pace, forse non vivremmo l’incubo in cui siamo oggi. In rischio imminente di morire tutti bruciati vivi.