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Nel 2004, i lavoratori tra i 50 e i 64 anni rappresentavano poco più del 20% della forza lavoro italiana. Oggi, questa percentuale sfiora il 40%, con quasi 10 milioni di occupati over 50. Un cambiamento demografico che sta ridefinendo il panorama occupazionale del Paese.
Baby boomer al comando
Secondo il demografo Alessandro Rosina, l’aumento dei lavoratori over 50 è dovuto principalmente all’ingresso nel mercato del lavoro della generazione dei baby boomer, nati tra gli anni ’60 e la prima metà degli anni ’70. Questa coorte demografica, numerosa e longeva, sta mantenendo attiva la propria presenza nel mondo del lavoro.
Giovani e donne: le categorie penalizzate
Mentre gli over 50 aumentano, i giovani under 35 sono diminuiti di oltre 2 milioni nello stesso periodo. Le donne, inoltre, continuano a registrare tassi di occupazione inferiori rispetto agli uomini, evidenziando una persistente disparità di genere nel mercato del lavoro.
Verso un nuovo equilibrio generazionale
Rosina sottolinea la necessità di ripensare l’organizzazione del lavoro per attrarre e trattenere giovani e donne. Politiche attive, formazione continua e flessibilità potrebbero essere le chiavi per bilanciare l’esperienza degli over 50 con l’energia delle nuove generazioni.
Un’occasione per riflettere
L’invecchiamento della forza lavoro italiana non è solo una sfida, ma anche un’opportunità per rivedere modelli occupazionali e sociali. Investire in inclusione e innovazione sarà fondamentale per garantire un futuro sostenibile al mercato del lavoro del nostro Paese.