I salari reali in Italia sono ancora sotto i livelli del 2020 (-8,8%)

L’Ufficio parlamentare di bilancio lancia l’allarme: stipendi fermi, Pil stagnante e crescita a rischio. L’Italia si muove al rallentatore mentre l’inflazione resta stabile ma i redditi non recuperano potere d’acquisto.

I salari reali sono ancora sotto i livelli del 2020 (-8,8%)
Lilia Cavallari. presidente dell'Ufficio Parlamentare di Bilancio (UPB) dal 2022

Nonostante un lieve miglioramento sul fronte dei prezzi, i salari reali in Italia restano quasi del 9% inferiori ai livelli del 2020. Lo segnala l’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) nella sua Nota congiunturale di ottobre, spiegando che la dinamica delle retribuzioni ha perso slancio nel secondo trimestre: +3,2% su base annua, contro un’inflazione ormai stabilizzata. La crescita, però, è disomogenea: nel settore privato rallenta, mentre nel pubblico impiego accelera, grazie ai rinnovi contrattuali.

Inflazione stabile, occupazione ferma

Il quadro macroeconomico resta fragile ma non drammatico. Secondo l’Upb, inflazione e occupazione si mantengono su livelli stabili, ma senza segnali di slancio. Il rischio, avvertono gli analisti, è che l’Italia resti intrappolata in una “stagnazione salariale”, con stipendi nominalmente più alti ma incapaci di recuperare il potere d’acquisto perso negli ultimi quattro anni.

Pil stagnante nel terzo trimestre

Le previsioni non lasciano spazio all’ottimismo. I modelli di breve termine dell’Upb indicano per il terzo trimestre un Pil sostanzialmente invariato, segno di una congiuntura debole e priva di slancio. Nel finale d’anno, la dinamica produttiva potrebbe migliorare leggermente, ma senza inversioni di tendenza significative.

2025: crescita allo 0,5%, ma i rischi aumentano

Per l’intero 2025, l’Ufficio parlamentare di bilancio conferma una crescita del Pil intorno allo 0,5%, come già indicato nella validazione del Documento programmatico di finanza pubblica (Dpfp). Un dato che, pur positivo, resta tra i più bassi d’Europa.

Secondo l’Authority dei conti pubblici, le prospettive sono “caratterizzate da rischi significativi”, legati soprattutto al contesto internazionale frammentato, tra guerre, tensioni commerciali e incertezza geopolitica.

Il nodo della produttività

Dietro i numeri c’è un nodo strutturale che l’Italia non riesce a sciogliere: la bassa produttività.
Senza una crescita robusta della produttività del lavoro, anche l’aumento nominale dei salari rischia di restare una cifra sulla carta.

L’Upb avverte: per recuperare i livelli pre-2020 servono riforme strutturali, investimenti e un piano coerente di politica industriale.

Fonte
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