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La Spagna continua a correre più dell’Italia. Secondo le stime della Commissione Europea, a fine 2025 il Pil spagnolo segnerà un +3%, quasi il triplo della media dell’Eurozona (+1,3%) e molto più dello 0,4% previsto per l’Italia. Guardando al periodo post-pandemia, dal quarto trimestre 2019 al terzo trimestre 2025, Madrid mostra una crescita cumulata del +9,8%, contro il +6,5% dell’Italia. Un divario che negli ultimi due anni si è allargato rapidamente.
Occupazione: la spinta decisiva arriva dai migranti
La differenza non è solo demografica, ma sociale ed economica. L’invecchiamento della popolazione è simile nei due Paesi, ma la Spagna compensa con un’enorme immigrazione regolare, trainata in particolare dall’America Latina, dove la lingua non rappresenta una barriera. Risultato: in sei anni gli occupati spagnoli sono aumentati del 10,1%, quasi il doppio dell’Italia, che si ferma a +5,9%.
Tutti al lavoro, ma meno ore: il paradosso spagnolo
Se si guardano però le ore lavorate, l’Italia sorprende: il totale cresce del 9,4%, superando la Spagna (+7,7%). In Italia ogni occupato lavora di più (+3,5%), mentre in Spagna le ore pro capite diminuiscono (-2,2%).
Il vero nodo: la produttività
Il punto debole italiano resta uno: la produttività per ora lavorata. In Spagna è cresciuta del +2,1%, in Italia è crollata del -2,5% nello stesso periodo. Una forbice che spiega quasi da sola il differenziale di crescita:
- la Spagna usa la produttività per produrre di più e per lavorare meno;
- l’Italia lavora di più, ma produce meno.
La possibile lettura del puzzle economico
L’aumento degli occupati in Spagna ha generato più produzione totale. La maggiore produttività ha permesso inoltre di ridurre gli orari senza frenare la crescita. In Italia accade il contrario: più ore lavorate, meno efficienza. Il risultato è un Paese che corre di più… per arrivare più lontano? No: semplicemente per restare fermo.
La sfida italiana non è aumentare l’occupazione o lavorare di più. La sfida — enorme ma imprescindibile — è tornare a far crescere la produttività, l’unico vero carburante per un’economia che vuole rimettersi in moto.




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