Fonti di elettricità nei Paesi dell’Ue: chi usa rinnovabili, fossili e nucleare

Il blackout totale in Spagna e Portogallo ha riportato l’attenzione sull’importanza delle infrastrutture energetiche e su come viene prodotta l’energia. Analisi del mix energetico nei paesi europei (dati Eurostat)

Fonti di elettricità: chi usa rinnovabili, fossili e nucleare

Un blackout senza precedenti ha colpito lunedì l’intera Spagna, con ripercussioni anche in Portogallo e nel sud della Francia. L’interruzione ha lasciato milioni di persone senza elettricità per ore, bloccando trasporti, semafori, bancomat e reti di telecomunicazione. I servizi essenziali sono rimasti operativi grazie a generatori di emergenza. L’episodio ha riportato l’attenzione su quanto le infrastrutture energetiche siano essenziali e su come viene prodotta l’energia.

Il mix energetico europeo: rinnovabili, fossili e nucleare

Nel 2023, due terzi dell’elettricità prodotta nell’Unione europea derivavano complessivamente da fonti rinnovabili (45%) e da combustibili fossili (22%), mentre il nucleare ha contribuito per il 25,5%. Tra le rinnovabili, l’eolico è la principale fonte (19,7%), seguito da idroelettrico (14,9%), solare (10,4%) e biocombustibili (5,5%).

Le differenze tra i paesi sono marcate: Madrid e Lisbona oltre la media Ue per le rinnovabili

Spagna e Portogallo si collocano in linea con la media europea per quanto riguarda le fonti fossili (26,4 e 23,8%, rispettivamente), ma la superano nella quota di rinnovabili: 51% in Spagna e 67,6% in Portogallo.

Il caso francese e italiano: Parigi punta sul nucleare, Roma resta legata ai fossili

Al contrario in Francia domina il nucleare (64,7%), mentre in Italia prevalgono ancora i combustibili fossili, che coprono il 51,8% della produzione elettrica, seguiti da idroelettrico (16,7%) e solare (12,2%).

Questi dati confermano quanto l’energia, e in particolare il mix energetico, sia sempre più strategico anche per l’Europa.

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