La mossa (annunciata) dell’Ue: inserire gas e nucleare tra le fonti verdi

Avviata una consultazione con gli esperti. Spagna e Germania contrari: “Una scelta che non ha senso e manda segnali sbagliati per la transizione energetica di tutta l’Ue”

La mossa (annunciata) dell’Ue: inserire gas e nucleare tra le fonti verdi

La Commissione europea ha avviato una consultazione con gli esperti su una bozza di atto delegato di tassonomia (che indica gli investimenti green) che comprende anche determinate attività relative al gas e al nucleare.

“Tenendo conto dei pareri scientifici e degli attuali progressi tecnologici, nonché delle diverse sfide di transizione tra gli Stati membri, la Commissione ritiene che il gas naturale e il nucleare possano svolgere un ruolo come mezzi per facilitare la transizione verso un futuro prevalentemente basato sulle energie rinnovabili”, viene spiegato in una nota dell’esecutivo europeo.

“Nel quadro della tassonomia – si legge nella nota - ciò significherebbe classificare queste fonti energetiche a condizioni chiare e rigorose (ad esempio, il gas deve provenire da fonti rinnovabili o avere basse emissioni entro il 2035), in particolare perché contribuiscono alla transizione verso la neutralità climatica.”

Gli esperti hanno tempo fino al 12 gennaio per fornire i loro contributi. La Commissione analizzerà i loro contributi e adotterà formalmente l’atto delegato complementare entro fine mese. Sarà quindi inviato ai colegislatori per il loro esame. Analogamente al primo atto delegato sul clima, il Parlamento europeo e il Consiglio (che hanno delegato alla Commissione il potere di adottare questo atto delegato) avranno quattro mesi per esaminare il documento e, qualora lo ritengano necessario, per opporvisi.

In linea con il regolamento sulla tassonomia, entrambe le istituzioni possono richiedere ulteriori due mesi di tempo per l’esame. Il Consiglio avrà il diritto di opporsi a maggioranza qualificata rafforzata inversa (il che significa che per opporsi all’atto delegato è necessario almeno il 72% degli Stati membri che rappresentino almeno il 65% della popolazione dell’Ue) e il Parlamento europeo a maggioranza semplice (ossia almeno 353 deputati in plenaria).

Una volta terminato il periodo di controllo e ammesso che nessuno dei colegislatori si opponga, l’atto delegato (complementare) entrerà in vigore e si applicherà.

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