Oltre al gas, l’asso nella manica di Putin è il gasolio

Il diesel in Italia costa più della benzina da un anno. La situazione è destinata a peggiorare. Ecco perché

L’asso nella manica di Putin è il gasolio

Pur avendo accise più basse è ormai da circa un anno (ovvero l’inizio della guerra in Ucraina) che il diesel in Italia costa più della benzina. E il 5 febbraio inizierà l’embargo dell’Ue ai prodotti raffinati russi. “La situazione è destinata a peggiorare nel futuro” spiega Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia all’Agi, anche perché “prendiamo dalla Russia circa un quinto dei nostri consumi di diesel”.

Il paradosso è che la transizione energetica adottata dall’Ue, coerentemente con quanto suggerisce il cambiamento climatico, ha portato alla chiusura di molte raffinerie (eppure di prodotti raffinati ne consumiamo ancora tantissimo, in particolare per i trasporti), con la conseguenza che l’Europa li compra all’estero, in particolare – sottolinea Tabarelli - “dall’India, dal Medio Oriente, dalla Cina, pagandoli di più”.

Nel 2022 il prezzo del petrolio si è mantenuto intorno agli 80 dollari al barile, un prezzo piuttosto basso rispetto ad alcune previsioni da 200 dollari a causa della guerra. Ma a influenzare le quotazioni dell’oro nero è stata la Cina, che con la sua politica Zero-Covid ha fatto flettere la domanda globale: la seconda economia al mondo è infatti il maggior importatore mondiale di greggio. Ma cosa accadrà al prezzo del petrolio ora che Pechino ha deciso di abbandonare le restrizioni? O meglio, quanto salirà? E quanto quello del gasolio?

Nel frattempo la Russia – che comunque ha perso il suo principale investitore, ovvero l’Europa - sta riuscendo nel tentativo di mettere in ginocchio il Vecchio Continente (e non solo), dove l’alta inflazione (determinata in parte dal conflitto in Ucraina) ha innescato un brusco cambia di rotta nella politica monetaria, causando un’impennata del livello dei tassi di interesse e aumentando i timori di una possibile recessione, in un contesto nel quale a pagare il prezzo più alto sono i paesi ad alto debito. E anche volgendo lo sguardo a Ovest, la situazione non migliora molto, con il principale alleato dell’Ue che sta ‘guadagnando’ dalla crisi in Ucraina e non sembra disposto ad aiutare l’economia europea. E a guidare gli Stati Uniti non c’è un governo di sovranisti.

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