Per le materie prime critiche l’Europa dipende all’80% dall’import

La Commissione Europea stima che al 2050 la domanda annua di litio da parte dell’Ue potrebbe aumentare di 56 volte rispetto ai livelli attuali, quella di cobalto di 15, per le terre rare decuplicherebbe.

Per le materie prime critiche dipende all’80% dall’import

L’Ue, come noto, ha deciso: vuole il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050. Per raggiungere tale obiettivo, avranno un ruolo strategico le cosiddette materie prime critiche: sono necessarie per la produzione, per esempio, di pannelli fotovoltaici, batterie e turbine eoliche. Dal litio, dal cobalto, dalla bauxite e dalle terre rare, per citarne solo alcune, non si può dunque prescinderne per percorrere la strada che porterà alla piena transizione ecologica.

Tuttavia, per approvvigionarsi oggi di tali materie prime, i paesi dell’Ue dipendono all’80% dalle importazioni. Tutto questo si traduce concretamente non soltanto nel rischio per l’Ue di non essere protagonista nelle filiere strategiche per le transizioni ecologica e digitale, ma anche di compromettere la propria capacità di centrare gli obiettivi di sviluppo sostenibileinclusivo e duraturo.

Infatti, in uno scenario coerente con la neutralità climatica, la Commissione Europea stima che al 2050 la domanda annua di litio da parte dell’Ue potrebbe aumentare di 56 volte rispetto ai livelli attuali, quella di cobalto di 15, per le terre rare decuplicherebbe. Nell’attuale contesto di fragilità degli equilibri internazionali l’Ue risulta, dunque, esposta a potenziali interruzioni nelle forniture di materie prime critiche a causa della limitata produzione interna e della dipendenza dagli approvvigionamenti da paesi caratterizzati da elevato rischio geopolitico.

Il tema è al centro del dibattito europeo e dovrebbe portare, nel mese di marzo, all’emanazione dello European Critical Raw Materials Act, incentrato sulla diversificazione degli approvvigionamenti e sulla promozione della circolarità. L’economia circolare, infatti, può fornire un contributo importante per attenuare il disallineamento tra domanda e offerta. Al 2040, ad esempio tramite il riciclo delle batterie esauste, l’Ue potrebbe soddisfare oltre la metà della domanda di litio (52%) e di cobalto (58%) attivata dalla mobilità elettrica.

Il riciclo da sé non è, tuttavia, sufficiente ad assicurare l’autonomia strategica dell’Ue. Si rendono necessarie ulteriori attività funzionali alla strategia di mitigazione dei rischi di approvvigionamento. Le ipotesi – secondo un’analisi di Cassa Depositi e Prestiti riguardano tre ambiti (sebbene restino molti dubbi sulla loro effettiva applicabilità nel Vecchio Continente): investimenti in tecnologie, capacità e competenze per gestire all’interno dei confini comunitari il ciclo di vita delle materie prime critiche, incrementando la resilienza degli ecosistemi industriali; il rilancio delle attività di estrazione mineraria in chiave sostenibile sul territorio comunitario; partenariati strategici che consolidino le relazioni commerciali con paesi terzi ricchi di materie prime critiche.

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