L’Austria dovrà fare a meno del gas russo fin da questo weekend. E anche l’Italia rischia di doversi confrontare prima del previsto con la stessa sfida. Gazprom ha giocato d’anticipo rispetto alle attese, comunicando che avrebbe azzerato fin dalle 6 del mattino di sabato 16 le consegne al Paese centroeuropeo, uno dei suoi mercati storici e tuttora uno dei più grandi, che da Mosca continua a ricevere oltre l’80% delle importazioni del combustibile.
Ad annunciare lo stop imminente ai flussi è stata la compagnia austriaca Omv, con un messaggio pubblicato venerdì 15 sulla piattaforma CEGH Remit, riservata agli operatori. E il prezzo del gas si è subito impennato, aggiornando il record da oltre un anno al Ttf, con un picco a quota 47,345 euro/Megawattora.
La stessa Omv giovedì 14 aveva avvertito di una possibile interruzione delle forniture dalla Russia, come conseguenza della decisione di ridurre i pagamenti a Gazprom Export per recuperare 230 milioni di euro di risarcimento danni che le sono stati riconosciuti da un arbitrato internazionale.
La società austriaca aveva rinnovato nel 2018 il contratto per le forniture dalla Russia estendendone la durata fino al 2040 (in precedenza scadeva nel 2028). I volumi che acquista sono intorno a 6 miliardi di metri cubi all’anno, quasi la metà di quelli che Gazprom esporta via Ucraina e per cui gli accordi di transito scadranno a fine dicembre.
Con la guerra in Ucraina anche Omv ha tuttavia avviato una strategia di diversificazione, sottoscrivendo contratti per importare gas dalla Norvegia e Gnl (recapitato a rigassificatori all’estero, visto che in Austria non c’è il mare). Inoltre si è assicurata capacità sui gasdotti dalla Germania e dall’Italia. È quindi probabile che nei prossimi giorni importerà anche attraverso il nostro Paese.
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