Descalzi: “L’inverno più duro sarà quello 2023-24”

L’ad di Eni: “Urgente aumentare la capacità di stoccaggio e il numero dei rigassificatori. Il prezzo del gas scende perché il sistema economico si sta adattando”. E attacca Bruxelles: L’Europa sul gas “non riesce a muoversi unita, ci sono interessi divergenti” e nel Vecchio continente “non si parla di energia da 30 anni, quando poi diventano tutti esperti in 5 minuti è difficile trovare una soluzione. L’Europa non è uno Stato, ci sono diverse culture, diversi mix di energia, anche diverse ricchezze”.

Descalzi: “L’inverno più duro sarà quello 2023-24”
Claudio Descalzi, ad di Eni dal 2014

Tutti guardano all’inverno che sta arrivando ma “l’inverno più duro sarà quello del 2023/24” se l’Italia non potenzierà le sue infrastrutture. “Non abbiamo una produzione nazionale, abbiamo 1/3 dei rigassificatori che ci servono e dobbiamo aumentare la capacità di stoccaggio”. È quanto sostiene l’ad di Eni Claudio Descalzi.

Perché ora il prezzo del gas scende? Secondo Descalzi, “il sistema (energetico, ndr) si sta adattando” tra aumento degli stoccaggi, riduzione dei consumi e più efficienze. Il gas russo rappresentava la grande maggioranza dell’approvvigionamento, “ora è al 9%, il sistema lo ha sostituito prendendolo altrove. L’Algeria (alleata di Mosca, ndr) ha aumentato di 3 volte la fornitura, la Norvegia e gli Usa hanno aumentato anche loro, non c’è mai stato un momento in cui la domanda fosse maggiore dell’offerta. In Italia la domanda è di 150 milioni di metri cubi al giorno e l’offerta di 200 mln ma anche in Europa, se la domanda è di 650 mln di mc l’offerta è di 1 miliardo”. I prezzi, dunque, salivano “per la speculazione, perché tutto ciò non si sapeva”.

Sulla diminuzione dei prezzi pesa anche la diminuzione dei consumi che - sottolinea Descalzi – “è stagionale: da settembre fino a inizio novembre si spengono i climatizzatori e non c'è ancora il riscaldamento”. Non ultimo sta cambiando anche il mix energetico: “Si è ricominciato a usare prodotti petroliferi, il carbone” .

E sull’Europa Descalzi non ci va morbido. L’Europa sul gas “non riesce a muoversi unita, ci sono interessi divergenti” e nel Vecchio continente “non si parla di energia da 30 anni, quando poi diventano tutti esperti in 5 minuti è difficile trovare una soluzione. L’Europa non è uno Stato, ci sono diverse culture, diversi mix di energia, anche diverse ricchezze, quando si parla di solidarietà è una fotografia”.

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